Renzi: “Invieremo le nostre truppe in Iraq”

Matteo Renzi (Paolo Bruno/Getty Images)
Matteo Renzi (Paolo Bruno/Getty Images)

450 militari italiani verranno inviati in Iraq a presidiare una diga vicino a Mosul, città controllata dall’Isis: lo ha annunciato a ‘Porta a porta’ il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. “Siamo in Iraq per l’addestramento ma anche con un’operazione importante nella diga di Mosul, cuore di un’area molto pericolosa al confine con lo stato islamico, è seriamente danneggiata e se crollasse Baghdad sarebbe distrutta. L’appalto è stato vinto da un’azienda italiana, noi metteremo 450 nostri uomini insieme agli americani e la sistemeremo”, ha sottolineato il premier ospite di Vespa.

L’azienda italiana in questione è il Gruppo Trevi, che ha vinto la commessa, del valore di oltre 2 miliardi di dollari. L’impianto è seriamente danneggiato, tant’è che si teme che se dovesse crollare porterebbe uno scenario di distruzione e morte nelle province di Ninive, Kirkuk e Salahuddin, causando probabilmente danni fino a Baghdad, 350 chilometri a sud. Lo ha confermato anche Ari Harsin, deputato al Parlamento della regione autonoma del Kurdistan iracheno, spiegando che i rischi sono dovuti alla mancata manutenzione della diga per diversi anni.

Nell’agosto del 2014 la diga era caduta nelle mani dell’Isis, ma dopo qualche giorno era stata riconquistata dai Peshmerga. In Iraq sono già presenti 750 militari italiani che partecipano all’operazione “Prima Parthica”, impegnati tra Erbil, nel Kurdistan iracheno, e Baghdad, con funzioni prevalentemente di addestramento. Si tratta dunque della prima operazione in un territorio vicino a quello controllato dallo Stato Islamico.

GM