Svolta nel caso Vannini, ecco la confessione del padre della fidanzata

Omicidio VanniniIl caso legato alla morte del 20enne Marco Vannini pare essere giunto ad una svolta. Il giovane era stato ucciso il 17 maggio scorso da un colpo di arma da fuoco sparatogli all’interno della casa della fidanzata Martina. E proprio da intercettazioni ambientali che la riguardano sono scaturiti i nuovi elementi che hammo messo alle strette il padre della ragazza. L’uomo, Antonio Ciontoli, aveva sempre ammesso di aver sparato al ragazzo, ma aveva raccontato di averlo fatto per sbaglio. Un colpo era partito inavvertitamente mentre stava mostrando la pistola al ragazzo. Così diceva e così continuava a ripetere agli inquirenti. Ma i dubbi erano molti e a contraddirlo c’erano svariati elementi. Innanzitutto le perizie balistiche e poi il fatto che l’arma avesse un difetto che non le avrebbe permesso di sparare accidentalmente.

Il pubblico ministero Alessandra D’Amore lo ha convocato perché sapeva che l’uomo non diceva la verità e poi aveva l’asso nella manica delle parole della ragazza intercettata mentre diceva “Papà disse a Marco ‘ti sparo’: era destino che dovesse morire …”. Ecco lo stralcio dell’interrogatorio riportato dalla rivista Giallo: «Allora, signor Ciontoli, ci dice la verità questa volta?». «La verità l’ho già…». Il pm lo interrompe: «Allora: io le dico che lei la verità non ce l’ha detta, quindi le do un’altra possibilità… Come è partito questo colpo?». Ciontoli risponde: «Accidentalmente, nel senso che Marco stava facendo il bagno, e chiedendomi di vedere l’arma perché era appassionato, gliela ho fatta vedere. Io le armi le avevo nel marsupio. Nella mano sinistra avevo il marsupio e con la destra ho estratto l’arma. Nel fare il movimento, il marsupio mi stava per cadere e, mettendo la mano sotto, ho stretto l’arma che avevo impugnato. Così mi è partito il colpo». Il giudice lo incalza: «Quindi lei continua a ribadire la versione che ha fornito agli inquirenti? Senta, lei lo sa che la sua pistola ha un difetto? Se fosse andata come dice lei, non avrebbe sparato. Questo dimostra che quello che dice è inattendibile. Le cose non sono andate come dice lei. Signor Ciontoli, quando aspettava che io la interrogassi la prima volta, lei si trovava in un corridoio, con i suoi figli. In quella situazione è stato registrato tutto quello che ha detto lei e, soprattutto, quello che hanno detto i suoi figli». Il pm entra nel dettaglio di questa intercettazione: «Allora: le contesto che alle 18.28 Martina dice: “Io ho visto papà quando gli ha puntato la pistola e Marco gli ha detto: “Vedi di puntare di là!”. E papà ha detto: “Te sparo!”. E Marco: “Ma non si scherza così!”. Ed è diventato pallido…”.

Ciontoli, finalmente, racconta la verità: «Ho preso l’arma, convinto che fosse scarica… L’ho scarrellata e per gioco, per scherzo, ho fatto finta di sparare. Invece, c’erano i proiettili all’interno e mi è partito il colpo. Martina era sull’uscio, perché era appena uscita: io ero entrato mentre lei usciva. Prima di entrare le ho chiesto se Marco stava facendo il bagno. Lei mi ha confermato questa cosa, quindi sono entrato. Martina era fuori». Il pm lo contraddice: «Martina ha visto tutto…». Ciontoli risponde: «Ah, sì, forse avrà sentito…». E il pm: «No, ha visto. Signor Ciontoli, se lei ha deciso di dire la verità, la dica tutta perché così ostacola le indagini… Perché ha preso la pistola quel giorno?». Ciontoli: «Perché la settimana successiva dovevo andare a fare esercitazione». Il pm: «No, ci hanno detto di no! Come mai era carica l’arma?». Ciontoli: «È rimasta carica dall’ultima volta». Il Pm: «Da sette anni? Quindi prende quest’arma e che succede? Come mai decide di fare lo scherzo?». Ciontoli: «Lui voleva vedere l’arma e gliel’ho fatta vedere, per scherzare. Ho scarrellato e ho sparato. Ma è stato un istante». Pm: «Lei nell’altro interrogatorio ha detto che sapeva che il proiettile era dentro il corpo di Marco… Perché non avete chiamato immediatamente il 118?». Ciontoli: «Perché ero convinto che non fosse una cosa grave». Pm: «Come “non era una cosa grave”? Come poteva non… Aveva esploso questo colpo o no? Lo sapevano tutti lì». Ciontoli: «Non lo sapevano tutti. Erano convinti che era un colpo d’aria». Pm: «Come può pensare che sia credibile quello che lei dice?». Una verità che lascia ancora molti dubbi e perplessità, ma che rappresenta comunque un passo in avanti nelle indagini.

F.B