
C’è una svolta nel caso dell’enigmatica scomparsa dell’imprenditore Mario Bozzoli, svanito nel nulla lo scorso 8 ottobre, probabilmente ucciso e gettato nel forno della sua azienda: sono stati infatti iscritti nel registro degli indagati i nipoti Giacomo e Alex Bozzoli, oltre all’operaio Oscar Maggi e un collega di origini senegalesi. Il colpo di scena arriva dopo settimane di illazioni sui rapporti dell’imprenditore con i familiari, in particolare su presunti dissidi con il fratello Adelio e i nipoti Giacomo e Alex.
In mattinata, si erano svolte le perquisizioni nelle abitazioni di alcuni dipendenti e dei nipoti dell’imprenditore e in seguito gli interrogatori avvenuti poi nella caserma dei carabinieri di Brescia. Già nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa dell’imprenditore e del suo dipendente Giuseppe Ghirardini, trovato morto nei pressi di Ponte di Legno, a pochi giorni dalla sparizione, l’avvocato che difende la famiglia Bozzoli, Patrizia Scalvi, si era detta convinta “che tutto nasca dalla fonderia e che qualcuno ha certamente visto o sentito o fatto qualcosa”.
Gli stessi investigatori, inoltre, hanno sempre pensato che l’imprenditore non sia mai uscito né vivo né cadavere dall’azienda e a sostegno di questa tesi c’è il mistero della fumata “anomala” del forno la sera della scomparsa di Bozzoli, confermata nei giorni scorsi da Nicola Loda, cacciatore bresciano conoscente di Ghirardini: “Mi disse che la sera della scomparsa di Mario Bozzoli, in fonderia era uscita una fumata anomala: per soffocarla hanno gettato del materiale all’interno dei forni”, ha sostenuto Loda.