
L’Italia sembra un paese in guerra dove nel corso dell’ultimo anno i decessi sono aumentati dell’11,3%, che in termini assoluti corrisponde a 67mila decessi in più: il dato – riportato dall’Istat – preoccupa e non poco gli analisti, come evidenzia sul sito di demografia Neodemos il professor Gian Carlo Blangiardo: “Il numero è impressionante. Ma ciò che lo rende del tutto anomalo è il fatto che per trovare un’analoga impennata della mortalità, con ordini di grandezza comparabili, si deve tornare indietro sino al 1943 e, prima ancora, occorre risalire agli anni tra il 1915 e il 1918”.
Insomma, a sentire gli esperti il dato preoccupante è che tale impennata della mortalità si ebbe l’ultima volta durante la guerra civile che divise il nostro Paese dopo la caduta del fascismo. I dati sono ancora incompleti ma nei primi otto mesi sono stati registrati 445mila decessi, contro i 399mila nello stesso periodo dell’anno precedente, vale a dire che dai 50mila decessi circa al mese si è passati a 55mila. Blangiardo fuga i dubbi riguardo a dati gonfiati che verranno poi ridimensionati dai dati definitivi: “Certo, si tratta di dati provvisori, ma negli anni scorsi l’Istat ha sempre confermato alla fine dell’anno i numeri pubblicati mensilmente. Magari ci saranno correzioni, ma nell’ordine di alcune centinaia di casi. L’unità di grandezza che ci aspetta è quella”.
GM