I Musulmani fanno gli auguri ai Cristiani

A man reads the Quran in the Bangui's Mosque before the arrival of the Pope Francis for a visit on November 30, 2015 as part of his papal trip to Africa. Pope Francis arrived as "a pilgrim of peace" in conflict-ridden Central African Republic on November 29, flying in from Uganda on what will be the most dangerous destination of his three-nation Africa tour. AFP PHOTO / GIUSEPPE CACACE / AFP / GIUSEPPE CACACE (Photo credit should read GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images)
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Le coincidenze spesso non conoscono il tempismo. Nell’anno in cui si sono verificati terribili attacchi contro il mondo occidentale, la nascita di Gesù e quella del profeta Muhammad accadono a distanza di due giorni l’una dall’altra: Natale, tra due giorni, il 25 dicembre, e il natale di Muhammad, il Mawlud, il 23 dicembre. Così proprio da Venezia, la città che da poco ha salutato Valeria Solesin morta nell’attacco al Bataclan, la Federazione Islamica del Veneto compra una pagina di giornale e augura “Buon Natale” a “tutti gli uomini di buona volontà e specialmente ai fratelli cristiani. Pregando Iddio affinché regni la Pace e la Misericordia”. Accanto agli auguri “nel ricordo della nascita del Messaggero di pace Gesù Cristo”, sotto alla scritta in arabo e al capitolo del Corano che parla dell’Annunciazione, c’è tutto quanto risponde ai dettami dell’iconografia cristiana: Betlemme, la stella cometa e, al centro, il presepe. Con buona pace della polemiche e delle barricate secondo cui certi segni renderebbero più difficile l’integrazione tra le confessioni. “Vogliamo dire ai cristiani di essere profondamente cristiani, il presepe non ci dà fastidio”, precisa Kamel Layachi, rappresentante delle comunità islamiche del Veneto. “Una coincidenza non casuale – aggiunge Layachi- un’occasione per riflettere assieme. Il Natale e la ricorrenza della nascita del Profetasono un motivo in più per raddoppiare lo sforzo in favore di un futuro comune. Gesù, come Maria, sono figure centrali nell’Islam. Un intero capitolo del Corano, il terzo, è dedicato alla famiglia di Maria e su di lei c’è anche una sura”. “Se per un verso è utile, rasserenante ed educativo cogliere i percorsi di altri credenti, è altrettanto utile non equivocare sulle legittime differenze. I tempi che viviamo esigono una maggior attenzione reciproca e una sana curiosità. L’augurio di Natale è un segno che va in questa direzione”, conclude.

Roberta Garofalo