Caso Bozzoli: “Pesanti indizi contro gli indagati”

La Fabbrica Bozzoli
La Fabbrica Bozzoli

Il giallo della Bozzoli Srl è tutto tranne che risolto.  Gli inquirenti sono sicuri però che  “chi ha ucciso Mario Bozzoli ha pianificato tutto”. Ne sono sempre più convinti gli investigatori che indagano sulla morte dell’imprenditore bresciano scomparso l’8 ottobre scorso dalla fonderia di cui era proprietario insieme al fratello Adelio.

Le indagini si sono concentrate contro i nipoti Alex e Giacomo e gli operai Oscar Maggi e Aboagye Akwasi. Sono gli unici indagati per concorso in omicidio volontario e distruzione di cadavere, e contro di loro ci sarebbe “un quadro indiziario molto pesante” anche se mancano prove certe.

I nipoti, in più occasioni, avevano manifestato malumore contro lo zio e la frase “prima o poi uccido lo zio” pronunciata da Giacomo e confermata dagli investigatori, non sarebbe un caso isolato. Oltre alle accuse della Procura, per loro c’è anche il carico di quei rapporti tesi con lo zio, sfociati in minacce e una litigata violenta, forse per gli ammanchi di materiale a vantaggio della nuova fonderia di Bedizzole.

La fonderia resta sotto sequestro.

“L’azienda rischia il fallimento e per i lavoratori queste sono feste di assoluta incertezza”. È la denuncia dei sindacati in merito alla fonderia Bozzoli di Marcheno. Già a inizio novembre i sindacati erano sul piede di guerra: i sedici operai non ricevevano lo stipendio da due mesi e dopo un braccio di ferro tra sindacati e il legale rappresentante della proprietà i dipendenti le mensilità di settembre e ottobre sono arrivate il 5 e 6 novembre. La cassa integrazione é stata attivata dal giorno del sequestro degli impianti.

MD