
Sembra incredibile, ma alla miseria umana e alla cattiveria d’animo non c’è davvero mai fine. Così come all’ignoranza triviale di chi ancora pensa che se una ragazza è stata stuprata significa che anche lei avrà le sue colpe. Una mentalità che soprattutto in certe zone d’Italia ha permesso e permette tutt’ora una serie di comportamenti inaccettabili da una società civile ed evoluta. La ragazza di 16 anni che è stata stuprata da cinque ragazzi a San Valentino Torio vicino a Salerno sta vivendo un vero e proprio incubo. Perché come se non bastasse tutto quello che ha subito e che la segnerà a vita, ora deve subire l’attacco via social di gente senza pietà che la insulta e le attribuisce colpe per quello che è accaduto. La maggior parte di quelli che la chiamano “tr….” sono maschi e molti di loro sono amici o parenti degli stupratori. Ragazzini cresciuti con la convinzione che le donne siano oggetti, maleducati, non istruiti sentimentalmente né culturalmente, con genitori che loro stessi giustificano lo stupro definendolo magari soltanto “una ragazzata”. Non è una bravata, è un reato odioso e terribile che merita le pene più severe. Pene che in un certo senso meriterebbero anche quanti e quante (si ci sono anche ragazze che insultano la vittima su facebook) danno libero sfogo alla loro ignoranza via web, sempre ben protetti da uno schermo e magari dall’anonimato.
F.B.
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