
Tra le vittime del terremoto che ha colpito le comunità dei Monti della Laga, avvenuto esattamente un mese fa, c’è una studentessa del liceo musicale dell’Aquila, la 21enne Anna Grossi. A lei i suoi compagni hanno dedicato queste parole: “Ciao Anna, chi l’avrebbe mai detto che una notte di Agosto, ci avrebbe lasciato così tanto vuoti dentro. Agosto, il mare, l’estate, il mese delle vacanze, siamo ragazzi, lo sappiamo bene… Eppure quella notte, siamo sobbalzati dal letto, impauriti, senza sapere cosa fare e dove andare…”.
“Non si sapeva nulla, si cercava di capire chi stava bene e chi stava male, dopo un bel pò escono le prime parole, Amatrice distrutta, Amatrice rasa al suolo, non sapevamo a chi credere…” – scrivono i ragazzi del liceo frequentato da Anna – “Appena abbiamo letto di Amatrice ci siamo precipitati a chiedere di te. Ragazzi ma Anna? Ha risposto a qualcuno? Sapete qualcosa? Attese interminabili, quasi surreali, non riuscivamo più a capire nulla, se davvero dovevamo preoccuparci o se semplicemente non potevi risponderci. Attese prolungate fino al mattino, non riuscivamo a scoprire niente, fin quando abbiamo scoperto che il vuoto che ci sentivamo dentro dalle 4 del mattino, era la tua assenza”.
Continuano gli amici di Anna Grossi: “Siamo ragazzi, pieni di speranza e di gioia, siamo ragazzi che si sono conosciuti al liceo, pieni di sogni, pieni di sorrisi, pieni di vita, siamo ragazzi che in una notte di agosto si sono dovuti confrontare con una perdita di un’amica, con la perdita di un sorriso come il tuo. Siamo ormai circondati da un silenzio pungente che ci taglia il cuore, a vent’anni non si può pensare di piangere una compagna come te, parlando tra di noi non riusciamo ancora a realizzare davvero che non ci sei più, non facciamo altro che dire che non sia possibile che un sorriso come il tuo possa essere spento”.
“Che gli anni del liceo siano i più belli, tutti lo sanno, noi come classe abbiamo avuto la fortuna di averli vissuti con te” – prosegue la lettera – “Gli aneddoti che ci legano sono innumerevoli, scherzi, risate, compiti in classe, note di gruppo, tutto quello che sembra normale, di routine. Oggi ricordare questi avvenimenti per noi è stata dura. Qualcuna ti vuole ringraziare perché con le tue grandi spalle ci facevi sentire sicuri, con i tuoi abbracci e con le tue strette di mani ci consolavi. Qualcun altro ti vuole dire che nella vita ci sono visi che non puoi cancellare, uno di questi è il tuo volto, le tue espressioni, faceva bene vederti sorriderci”.
“Ognuno di noi, ha dei ricordi speciali che la legano a te, eri la ragazza che secondo qualche professore “durante la lezione: Grossi si diverte a giocare a nascondino dietro la porta!”, la stessa ragazza che si è rotta un polso giocando a pallavolo nella palestra della scuola, quel gesso che ci ha fatto compagnia nei mesi successivi sui nostri banchi”, sono le parole dei ragazzi, che concludono: “Eri la ragazza che ci ha sempre difeso contro tutti, la stessa ragazza che era in grado di essere forte come una roccia e poi di girarsi ed emozionarsi”.
GM