“15 mesi per la diagnosi, giustizia per mia figlia”

Rachel Salcie (foto dal web)
Rachel Salcie (foto dal web)

A un anno dalla sua morte, si torna a parlare di Rachel Salcie, la bimba di due anni deceduta per un tumore ai polmoni diagnosticato in ritardo. La sua famiglia proviene da Buckley, nel Galles del Nord, e già subito dopo la nascita la mamma aveva notato qualcosa che non andava, ma era stata rassicurata dai medici. La piccola viveva con i genitori Anamarie e Florin e i fratelli Timothy, di sei anni, e Luke, di quattro. Ha combattuto fino all’ultimo, nonostante la tenera età, attraverso cure di chemioterapia e trattamenti duri fin da quando le è stato diagnosticato un fibrosarcoma infantile, ovvero un cancro che le ha colpito il fianco sinistro, per poi espandersi ai polmoni. Quel cancro le è stato però diagnosticato dopo quindici mesi.

A settembre dello scorso anno, la sua famiglia ha appreso la notizia straziante che non c’era più alcun trattamento da darle, e Rachel Salcie aveva appena quindici giorni di vita. Anamarie e Florin hanno preso la decisione di portarla via dall’ospedale e tornare alla casa di famiglia in modo che la bimba potesse essere circondato dall’affetto dei suoi cari negli ultimi giorni che le restavano da vivere. Una pagina di raccolta fondi è stata istituita per sostenere Rachel e la sua famiglia in quel momento difficile e sono stati raccolti più di £ 5,600. Marie Lewis-Smith, che ha configurato la pagina, ha ricevuto donazioni da quasi 400 persone. Purtroppo, però, ogni sforzo per salvare la vita di Rachel Salcie si è rivelato inutile e oggi i genitori tornano a chiedere giustizia e a denunciare le negligenze dei medici.

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GM