Maestra uccisa dal cognato, ecco il movente

(Archivio/Websource)
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Proseguono le indagini sulla morte di Nadia Arcudi, la maestra trovata morta nei boschi di Rodero  circa un mese fa. Se non si hanno più dubbi su chi sia stato a commettere l’omicidio, Michele Egli, suo cognato, rimane però da capire quale sia il motivo dell’efferato gesto. E’ stato infatti lui stesso a confessare di aver aggredito la donna nella notte di venerdì 14 ottobre. Dopo averla stordita, l’ha soffocata con un sacchetto di plastica. Ma quali sono stati i motivi della sua follia omicida? Gli inquirenti svizzeri stanno indagando su questo punto. Allo stato attuale due sarebbero le ipotesi maggiormente accreditate: da un lato motivi economici alla base di qualche eventuale dissidio familiare, dall’altro una motivazione di tipo passionale. La prima pista si è ridimensionata sempre più, poiché non ci sarebbero molti elementi a suffragio di tale ragione, mentre rimane in piedi la possibilità che tra i due esistesse una frequentazione e magari un amore non corrisposto. Inoltre, dagli accertamenti tecnici disposti dalla Procura di Como, coordinati dal sostituto procuratore Massimo Astori per i fatti commessi su territorio italiano, sono state rinvenute tracce riconducibili alla possibilità che siano avvenuti rapporti sessuali tra i due nelle ore immediatamente precedenti alla morte della donna. Nessun testimone ha riferito comunque di un rapporto più stretto sussistente tra i due, né sono stati ritrovati messaggi o elementi in grado di ricondurre a questa traccia su telefono, computer o in camera da letto della vittima. Che sia stata un’infatuazione non corrisposta da parte del cognato? Ancora, anche in questo caso, mancano gli elementi oggettivi che possano definirlo con certezza.
BC