“Statte zitta m….. nera”, bufera per gli insulti alla Kyenge

(ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images)
(ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images)

Bufera sull’assessore al Comune di Soriano nel Cimino (Viterbo), Luciano Perugini per le sue parole pronunciate in riferimento ad un presunto (poi rivelatosi falso) post di Cecile Kyenge a proposito dell’immigrazione nel quale le venivano attribuite queste parole: “Chi vota no al referendum è un razzista e si deve vergognare”. E’ proprio la Kyenge a denunciare sul suo profilo Facebook l’accaduto: “‘Sta merda nera, statte zitta’. Un sito generatore seriale di bufale colossali, più volte smentite, mi attribuisce frasi che io non ho mai pronunciato, come questa frase sul prossimo referendum. Qualcuno la condivide sulla propria pagina Facebook e queste parole, “Merda nera, statte zitta”, sono il commento di Luciano Perugini, assessore al Comune di Soriano nel Cimino, provincia di Viterbo, come mi segnala un cittadino del suo comune. Che si tratti di una bufala è evidente, basta pochissimo a capirlo. Così come è evidente l’effetto di queste balle diffuse ad arte con uno scopo scientifico: fomentare ed incitare all’odio, in questo caso anche per guadagnare in click pubblicitari. E le parole dell’assessore del Comune di Soriano nel Cimino questo rilevano: odio. Un odio che acceca talmente tanto da non dedicare nemmeno un minimo di attenzione alla verifica dell’inattendibilità così evidente di quella frase che mi viene attribuita; un odio che acceca talmente tanto che ci si dimentica di rappresentare una comunità, e così, prima di me, si finisce per disonorare la propria comunità e l’istituzione che si rappresenta. Ho voluto postare questa segnalazione di un cittadino perché sia chiaro, ancora una volta, come si innesca la dinamica dell’incitamento all’odio razziale: si mistifica e falsa la realtà, per mero lucro, economico in questo caso, incuranti delle conseguenze oltre che della verità. La stessa dinamica vale anche per quanto sta accedendo nel nostro dibattito politico: il razzismo sempre più intensamente utilizzato come strumento di lotta politica. Alla base c’è sempre la mistificazione, la falsificazione nutrita di pseudo-notizie, l’inganno, in questo caso per lucrarne voti. Un inganno incurante delle conseguenze: l’avvelenamento della nostra società. Ci deve essere un argine: chi siede nelle istituzioni, come e più di ogni cittadino, ha il dovere di onorare le istituzioni che rappresenta. L’odio razziale le disonora, avvelena la società, e non può quindi essere mai strumento di lotta politica. Per questo, no, non me ne sto zitta”. 

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