Alfano toglie i soldati a Roma per darli a Milano

(JOHN THYS/AFP/Getty Images)
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A Milano c’è un’emergenza criminalità dilagante con fatti di sangue e scontri tra gang di delinquenti che sono all’ordine del giorno e avvengono anche in zone frequentate davanti a spaventati passanti e turisti. Per questo motivo il sindaco Sala aveva chiesto l’esercito e il ministro Alfano ha risposto così oggi, dopo un vertice sulla sicurezza tenutosi proprio nel capoluogo lombardo: “Domani finisce il Giubileo e immediatamente sarà predisposta la redistribuzione in Italia dei militari impegnati a Roma. Abbiamo definito di raddoppiare, rispetto a quando mi sono insediato come ministro, il numero di militari con l’invio di altri 150 soldati. Quando mi sono insediato erano 400, oggi sono 650 e quindi con questi ulteriori 150 si arriverà a 800, per cui avremo raddoppiato il numero di militari in città tra il 2013, quando sono diventato ministro, e il 2018”. Importanti novità anche sui profughi: “Abbiamo fatto i calcoli e Milano ha raggiunto la sua quota di migranti, quindi se ci sarà un calo degli sbarchi noi diciamo stop profughi a Milano. Se non avremo ulteriori emergenze diciamo che Milano ha già fatto la sua parte”. Ha parlato poi anche il primo cittadino di Milano che ha spiegato che l’esercito servirà per il  “presidio dei luoghi sensibili, ad esempio davanti alla Stazione Centrale”. Sala ha poi aggiunto: “Crediamo nell’utilizzo delle pattuglie miste e i militari in più porteranno a rinforzarle nelle vie più difficili e nei luoghi di aggregazione”. Un nuovo modo di operare spiegato anche dal prefetto: “Prevede – ha detto Marangoni – pattuglie con un agente e due militari. Questo permetterà di sdoppiare il numero delle pattuglie”. Attenzione però perché sul tema dei migranti Alfano ha poi voluto precisare qualcosa che non farà piacere ai tanti comuni dell’hinterland milanese molti dei quali continuano a rifiutare di ospitare anche un solo migrante: “Le nostre previsioni sono di un calo degli sbarchi a causa delle condizioni meteo mare – ha sottolineato –  Allo stato dell’arte non intendiamo portare a Milano nuovi profughi. La nostra linea è che, se non ci saranno emergenze, non ne invieremo più, perché Milano ha già raggiunto la sua quota. Nello stesso tempo abbiamo l’esigenza che tutti i 134 Comuni della provincia di Milano collaborino per sgravare coloro i quali si sono presi un impego oneroso. Attualmente lo fanno solo in trenta”.

F.B.