
Un altro duro colpo per Equitalia, dopo le misure sulla rottamazione delle cartelle esattoriali, voluta dal governo Renzi. Infatti, con un emendamento al decreto fiscale presentato da Giulio Sottanelli, capogruppo di Scelta Civica – Ala in commissione finanze alla Camera, è stato chiesto che venga “superato” l’aggio di Equitalia, il balzello del 6% che si applica ad ogni cartella esattoriale emessa dalla società di riscossione pubblica. Ai sensi dell’articolo 17, comma 1 del decreto legislativo n. 112 del 1999, l’attività dei concessionari, ossia gli agenti della riscossione, deve essere remunerata con il cosiddetto ‘aggio’, che ha natura tributaria, poiché per il contribuente che è tenuto a pagarlo, integra il tributo iscritto a ruolo.
Nei giorni scorsi, i giudici della Corte di Cassazione, con sentenza n. 233397/16, sono intervenuti per fare chiarezza sui tempi di prescrizione da applicare ai crediti erariali, stabilendo che, in caso di notifica della cartella esattoriale, opera la prescrizione quinquennale. Viene dunque applicato in linea generale il principio secondo il quale la scadenza del termine perentorio stabilito per opporsi o impugnare un atto di riscossione mediante ruolo o comunque di riscossione coattive produce soltanto l’effetto sostanziale della irretrattabilità del credito ma non determina anche l’effetto della cosiddetta “riconversione” del termine di prescrizione breve eventualmente previsto in quello ordinario.
“I contribuenti potranno finalmente far annullare migliaia di cartelle esattoriali prescritte” – ha rilevato commentando la sentenza della Cassazione, l’avvocato Carlo Claps, presidente di Aidacon Consumatori – “Gli stessi potranno chiedere ad Equitalia l’estratto di ruolo, verificare se le cartelle esattoriali sono riconducibili a debiti prescritti; in tal caso, presentare istanza di autotutela direttamente ad Equitalia e, per completezza all’Ente creditore; in caso di diniego, impugnare il provvedimento nei termini di legge”.
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GM