I terremoti non faranno più paura, che scoperta dall’Inghilterra!

(Websource/mirror.co.uk)
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Gli eventi sismici sono forse la più temibile delle calamità naturali. Impossibili da prevedere e difficilissimi da contrastare. Ne sanno qualcosa le migliaia di italiani che hanno vissuto recentemente il dramma di perdere case, amici e parenti a causa di un sisma. Persino il Giappone, il Paese più all’avanguardia sotto questo punto di vista, deve far fronte ad emergenze gravi dovute ai movimenti tellurici. L’ultima frontiera della lotta ai terremoti arriva dall’Inghilterra, dove un gruppo di scienziati sta cercando di mettere a punto un sistema che combatta la natura con le sue stesse armi. La storia ricorda quella di Harry Potter, che è risaputo possedere un mantello dell’invisibilità. Allo stesso modo, gli scienziati sperano di utilizzare un “mantello invisibile” attorno a strutture come gli edifici con l’intento di proteggerle dai terremoti.

Il professor Richard Craster, Direttore del Dipartimento di Matematica presso l’Imperial College di Londra, fa parte della squadra che esamina la innovativa soluzione: “Non sarebbe bello se potessimo circondare un castello storico od una centrale nucleare con un metamateriale, in modo che quando le onde sismiche arrivino ad esso vengano attutite o deviate in terra? L’idea è che a fungere da barriera sia proprio una creatura di madre natura: gli alberi. Si pensa infatti che la presenza degli stessi attorno a strutture di carattere storico come chiese o castelli possa disturbare le onde sismiche. L’edificio in questione rimarrebbe perfettamente immobile ed intatto.

Questo è lo scopo del nostro lavoro”. Il professore ha poi aggiunto che questi metamateriali potrebbero essere utili anche in altre circostanze: “Un’altra cosa che ci interessa sono, ad esempio, le vibrazioni provenienti dalle linee ferroviarie. Potremmo mettere una barriera di questo materiale fra i treni e le case, in modo che queste vibrazioni discendano verso la terra o da qualche altra parte dove potrebbero dissiparsi senza conseguenze”. Si tratta certamente di un progetto tanto strano quanto ambizioso: trovare un modo per fronteggiare al meglio queste calamità eviterebbe disastri ambientali come quello di Fukushima, ma soprattutto salverebbe migliaia, se non milioni di vite.

S.L.