
Finalmente è arrivato il giorno tanto atteso. In tutto il Paese si vota per il referendum ed i mesi di campagna elettorale arriveranno a concretizzarsi nella decisione finale degli italiani a favore del SI o del NO. Le polemiche però non si arrestano, specialmente per quanto riguarda le modalità del voto per coloro che si trovano lontani dal proprio Comune di residenza.
In particolare la questione del giorno coinvolge le forze di polizia e non, di stanza nei luoghi interessati dal terremoto nei comuni di Rieti, Accumuli ed Amatrice. Secondo un quesito posto in ottobre riguardo l’ammissione al voto delle persone coinvolte nei soccorsi, si è deciso che “i militari appartenenti alle forze di Polizia e al corpo nazionale dei Vigili del Fuoco possono esercitare il diritto di voto, previa esibizione della tessera elettorale, in qualsiasi sezione del comune in cui si trovano”.
Ovviamente la specifica “militari” taglia in automatico fuori i vigili urbani ed i volontari, esclusi dal provvedimento e quindi impossibilitati a votare fuori sede. La reazione della polizia locale è stata dura: la stessa si è detta indignata e ha invitato tutti i comandi di permettere alle forze dispiegate sul luogo del sisma di rientrare in sede per esercitare il loro diritto al voto.
La questione potrebbe chiaramente creare dei problemi in queste zone, visto che il lavoro di vigili e volontari è stato encomiabile ed indispensabile nelle zone devastate dal sisma. La loro assenza anche solo per un giorno potrebbe essere destabilizzante, ma allo stesso tempo l’impossibilità di votare è una grave mancanza da parte di chi dovrebbe garantire a tutti pari diritti a bilanciamento dei doveri correttamente esercitati.
S.L.