
Licenziata per essersi offerta di pregare con i suoi pazienti prima che fossero operati. E proprio nell’ospedale che aveva sposato la campagna di contrasto alla persecuzione nei confronti dei cristiani. Protagonista della “disavventura” tale Sarah Kuteh, infermiera con 15 anni di esperienza alle spalle e madre di tre figli, accusata di aver infranto le linee guida del Darent Valley hospital di Dartford, nel Kent (Inghilterra). Contro il quale ha ora promosso un’azione legale per licenziamento senza giusta causa.
Il paradosso, a dire di Kuteh, sta nel fatto che il suo lavoro consisteva anche nell’interpellare i pazienti in procinto di entrare in sala operatoria a proposito della loro religione di appartenenza. I suoi pazienti – ha spiegato lei stessa al Daily Mail – trovavano conforto e sollievo nelle sue parole, ed erano contenti di parlare con lei anche di religione. Proprio per questo, dal suo punto di vista, il licenziamento è stato un provvedimento “sproporzionato e punitivo”. “Per me è stata una situazione imbarazzante – ha confidato la (per ora) ex infermiera – e dolorosa, dopo tutto quello che avevo fatti in tanti anni di lavoro. Mi è stato addirittura detto che non potevo rivolgere la parola ai miei colleghi. Io non avevo fatti altro che seguire il mio cuore. Parlare di Gesù può danneggiare qualcuno?”. I vertici della struttura sanitaria, tuttavia, sostengono che i suoi “discorsi indesiderati” avevano turbato i pazienti, e che lei stessa ha ignorato i richiami di chi aveva puntato il dito sulla scarsa professionalità di un simile comportamento. Kuteh, dal canto suo, nega di essersi mai imposta sui suoi interlocutori con atteggiamenti arroganti o prepotenti. Fatto sta che lo scorso agosto, a seguito di un’indagine interna, è stata licenziata. Spetterà ora a un magistrato stabilire se, come sostengono lei e il Christian Legal Centre, che l’appoggia, quel provvedimento sia stato giusto e legittimo.

EDS