
Venticinque sono i morti, tra cui sei bambini, e trentacinque i feriti. Questo il bilancio dell’esplosione avvenuta oggi al Cairo in un edificio che fa parte del complesso della cattedrale copta di San Marco nel quartiere Al Abasiya, sede del capo spirituale, papa Teodoro II, centodiciottesimo patriarca di Alessandria. A dichiararlo il ministro della Sanità Ahmed Emad al canale satellitare Cbc. Nessuna rivendicazione al momento. Lo Stato islamico non ha rivendicato l’attentato ma i suoi appartenenti hanno celebrato l’atrocità che si svolge solo due settimane prima di Natale. “Dio è grande, Dio è grande, Dio è grande”, ha scritto uno di loro su un telegramma. “Dio benedica l’artefice di quest’atto benedetto”, ha commentato un altro.
L’esplosione, causata da 12 chili di tritolo, è avvenuta nella piccola chiesa di San Pietro e Paolo, coinvolgendo la navata laterale. Nessun danno, invece, secondo fonti ecclesiastiche, al tempio principale. Chiuso attualmente l’accesso alle principali strade attorno alla cattedrale di San Marco. Le forze di sicurezza stanno setacciando in queste ore l’area.
I cristiani copti rappresentano circa il 10% della popolazione egiziana. Ahmed al-Tayeb, imam dell’università di al-Azhar e massima autorità religiosa sunita egiziana, ha condannato l’attentato.
Venerdì, in due esplosioni, una al Cairo e un’altra a nord della Capitale, avevano perso la vita sei agenti di polizia e altri sei erano rimasti feriti.
L’attacco di oggi presenta le caratteristiche degli attentati messi a segno dai militanti islamici che combattono il governo di al Sisi. La polizia sta perlustrando la zona per timore che ci siano altre bombe.
BC