
Poche novità rispetto al suo precedessore, con il ministro Maria Elena Boschi che perde le Riforme e Angelino Alfano che passa agli esteri: il presidente del Consiglio incaricato, Paolo Gentiloni, ha sciolto le riserve e ha fatto avere al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la lista dei ministri. Già domani dovrebbe esserci la fiducia alle due Camere, ma intanto Gentiloni deve fare i conti con la grana Verdini: il leader di Ala, infatti, non intende votare la fiducia, essendo stato escluso dal nuovo governo, che giurerà davanti al Capo dello Stato alle 20.
Molte le conferme rispetto al governo Renzi: Poletti resta al Welfare, Martina all’Agricoltura, Delrio alle Infrastrutture e Franceschini alla Cultura. Restano al loro posto anche Galletti, Lorenzin e Calenda. Novità agli interni, dove Marco Minniti sostituisce Angelino Alfano. Perde pezzi Scelta Civica e ministro dell’Istruzione diventa Valeria Fedeli del Pd. Luca Lotti va allo Sport e Claudio Devincenti alla Coesione Territoriale e Mezzogiorno, mentre Paolo Gentiloni si tiene la delega ai Servizi Segreti. Infine, l’altra new entry, al posto del ministro Boschi, è Anna Finocchiaro, che prende la delega ai Rapporti con il Parlamento.
Il nuovo governo deve però fare i conti, appunto, con la grana Verdini: l’ex forzista, insieme a Scelta Civica, reclama infatti l’esclusione della propria componente dall’esecutivo e spiega che non voterà la fiducia. Questo vuol dire che la maggioranza a Palazzo Madama sarà sul filo di lana, contando su poco più di 155 senatori. “Non voteremo la fiducia a un governo che ci pare al momento intenzionato a mantenere uno status quo, che più dignitosamente sarebbe stato comprensibile con un governo Renzi-bis”, fanno sapere, in una nota congiunta, Denis Verdini ed Enrico Zanetti di Scelta civica, spiegando: “In questi giorni, abbiamo rappresentato al Presidente della Repubblica e successivamente al Presidente del Consiglio incaricato la nostra disponibilità e il nostro senso di responsabilità”.
Proseguono i due leader di Ala e Scelta Civica: “Siamo convinti che il Paese abbia bisogno di un governo nella pienezza delle sue funzioni, sufficientemente forte per far fronte alle immediate emergenze economiche ed internazionali legate al ruolo del nostro Paese, e alla imprescindibile necessità di una legge elettorale che, a nostro avviso, non può che essere il frutto del lavoro del Parlamento della Repubblica e che doveva e deve assicurare il giusto equilibrio tra rappresentanza e governabilità, senza rinunciare, in nome di pasticciate maggioranze, a quest’ultimo principio”.
“Di tutto ciò – insistono Verdini e Zanetti – non abbiamo avuto dal presidente del Consiglio incaricato alcun riscontro: al contrario apprendiamo la seria possibilità che venga varato un governo ‘fotocopia’, senza alcun approfondimento sulle questioni in campo. Di conseguenza, in coerenza con un’azione che in questi ultimi diciassette mesi ha assicurato al Paese la governabilità e la realizzazione di importanti provvedimenti senza alcuna contropartita, non voteremo la fiducia a un governo che ci pare al momento intenzionato a mantenere uno status quo, che più dignitosamente sarebbe stato comprensibile con un governo Renzi-bis”.
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GM