“Ho perso casa, famiglia, lavoro. Ecco come devo vivere”

Denis Spolaor (foto dal web)

Denis Spolaor è 55enne di Mestre, padre di 4 figli, separato: da qualche settimana, l’uomo è costretto a vivere in un container abbandonato e non nasconde la sua disperazione. Spiega il 55enne, che è rimasto praticamente solo con la sua cagnolina: “Se non avessi Maya, che mi regala tanto affetto e non mi lascia mai credo che avrei già potuto farla finita”. Denis Spolaor spiega di non pretendere molto, ma solo un lavoro che gli consenta di pagarsi un affitto: “Il mio calvario dura da quasi 10 anni, quando per la prima volta ho deciso di andarmene da casa e da mia moglie con la quale abitavo assieme ai miei 4 figli”, sono le sue parole al ‘Gazzettino’, che ha deciso di raccontare la vicenda personale dell’uomo.

Nel turbine di eventi che si sono susseguiti nella sua vita, il 2013 ha rappresentato sicuramente un anno nero: prima la separazione definitiva dalla moglie, poi la disoccupazione, infine quella sentenza che lo costringe a pagare gli alimenti alla ex: “Assieme a un amico prima ho trovato una sistemazione a Portegrandi in una locanda dove pagavo 25 euro a notte, ma quando la quota della disoccupazione ha iniziato a ridursi non ce la facevo più a permettermi la stanza anche se facevo qualche lavoro saltuario”. Denis Spolaor, infine, rilancia il suo appello: “Chiedo solo una stanza dove poter dormire con Maya che in questo momento è la cosa più bella e buona che ho”.

Qualche giorno fa, dopo i fatti di San Basilio, era emersa la vicenda di Adriano, l’italiano accusato di aver occupato abusivamente la casa popolare assegnata a una famiglia di origine marocchina, composta da madre disoccupata, padre operaio edile e tre bimbi rispettivamente di uno, tre e sette anni. L’uomo, dopo che la polizia locale ha cambiato la serratura dell’appartamento, è tornato a vivere in un vecchio camper e a domanda su come si trovi risponde di vivere “stretti e male, questa non è una casa”. La situazione di Adriano va avanti così da anni, dal 1991, anno in cui si è iscritto in graduatoria con la speranza di ottenere un alloggio. Negli ultimi quattro anni racconta di aver vissuto in una cantina, “piena di topi”. Poi, ad agosto scorso, finalmente un “tetto vero sulla testa”, spiega Adriano, che sarebbe stato spinto a occupare l’abitazione del quartiere San Basilio dagli altri condomini, in seguito alla morte dell’anziana assegnataria.

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GM