Prosciutto di Parma, l’inchiesta choc – VIDEO

(Archivio/Websource)

Una nuova e sconcertante inchiesta fa luce sui retroscena di un allevamento intensivo di maiali, destinati a diventare Prosciutto di Parma. A pubblicarla l’associazione non-profit Essere Animali, che mira alla sensibilizzazione contro lo sfruttamento animale. Le immagini agghiaccianti del video mostrano la sorte a cui sono destinati questi animali all’interno degli allevamenti intensivi. Realtà spesso ignorata e dall’impatto agghiacciante. A di là del regime di sofferenza continua a cui è sottoposta l’esistenza di queste bestie, ciò che ancor più lascia attoniti è le condizioni di  sporcizia, in cui vivono i maiali, che diventeranno poi l’alimento considerato così pregiato per i palati umani. Dopo sei mesi di inchiesta Essere Animali ha potuto mostrare ciò che sta dietro tutto questo, mostrando nel video maiali agonizzanti, sporchi, brutalmente trattati dagli operatori, gettati nei corridoi in caso di malattie e lasciati morire di stenti senza cibo né acqua. Dietro il certificato DOP, la sostanza è un’altra. Negli allevamenti intensivi gli animali non possono soddisfare le esigenze etologiche che dovrebbero essere alla base della loro esistenza, così come dispone la direttiva vigente in materia di Protezione dei Suini degli allevamenti (2008/120/CE). Gli animali sono invece ammassati, costretti  su pavimenti sporchi e in assenza di zone in cui coricarsi e se malati o feriti vengono lasciati morire nel corridoio senza acqua né cibo.
Un maiale che diventerà un Prosciutto di Parma viene ucciso in media intorno all’anno di vita, dopo aver raggiunto 160 Kg.
In dieci regioni, sono 4.000 gli allevamenti che forniscono gli animali utili alla produzione di questo prodotto, 120 i macelli autorizzati per un totale di 8,4 milioni di prosciutti.
Nel 2015 hanno vissuto in queste terribili condizioni e sono morti per diventare prosciutti 4,2 milioni di maiali in un anno, 11.500 al giorno, 480 all’ora, 8 al minuto.
BC