
Lucia Zafenza, 74 anni, era stata trovata morta intorno alle 23 del giorno di Natale da uno dei suoi tre figli. La donna non era malata, ma la sua era sembrata a tutti una morte naturale tanto che nei consueti tempi tecnici erano già stati celebrati i funerali. La mattina del 27 però uno dei figli denuncia la scomparsa di suo fratello, Sandro Buoiocchi. Un allontanamento che si pensa possa riferirsi ad uno stato depressivo dovuto alla morte della madre. A quel punto i Carabinieri di Pescara iniziano ad insospettirsi e avviano delle indagini iniziando dalla casa nella quale il 51enne, l’unico a prendersi cura della donna malata da tempo di una patologia neurodegenerativa, viveva con la madre. Nell’abitazione trovano dei biglietti in cui l’uomo affermava di volerla fare finita e in cui chiedeva perdono per quanto fatto. Il quadro inizia ad essere sempre più chiaro. Nel pomeriggio del 27 Buoiocchi viene trovato privo di sensi nella sua auto all’interno del parcheggio del porto di Pescara. Vicino a lui numerose confezioni di medicinali con le quali aveva tentato il suicidio, un biglietto in cui affermava di avere “deciso di farla finita” e la frase “mia madre sarà già morta”. In più c’erano anche riferimenti ad una “situazione che non poteva andare ancora avanti”. Il giorno dopo in ospedale arriva la confessione davanti al pm. Poi l’autopsia conferma tutto. L’uomo ha ucciso la madre iniettandole la mattina di Natale 15 fiale di eparina, un forte fluidificante del sangue. Il 51enne è stato dunque sottoposto a fermo per omicidio volontario aggravato e andrà in carcere una volta uscito dal reparto di psichiatria nel quale si trova attualmente ricoverato.
F.B.
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