“Io regolare da anni, la mia casa è occupata dai profughi”

Jorgo Ceka (foto dal web)

 

Negli ultimi mesi, tante sono state le vicende che hanno scatenato critiche riguardo l’accoglienza ai migranti, tra minacce a chi li accoglie e inviti ad aprire le porte. Non mancano i fondi destinati a chi prende in casa i profughi, così come chi decide di occupare un’abitazione che spetterebbe a famiglie di cittadini non comunitari. C’è poi la surreale vicenda di Jorgo Ceka, 51enne muratore di origine albanese, a Rimini da moltissimi anni e da tutti conosciuto ormai come Giorgio. Questi ha acquistato una casa all’asta, ma l’ha trovata occupata da una trentina di profughi. A nulla sono serviti tre tentativi di sfratto effettuati dall’ufficiale giudiziario, così come quelli di convincere la Croce Rossa, che vanta un contratto d’affitto col precedente proprietario, di trasferire gli immigrati in un’altra struttura.

In tutto questo, Jorgo Ceka continua a pagare puntualmente l’Imu su quell’edificio e si è sfogato al ‘Quotidiano Nazionale’: “Io ho pagato quella casa al tribunale fallimentare, in parte con i contanti, in parte aprendo un mutuo. E voglio entrarci dentro, con mia moglie e i miei figli, uno dei quali ha già un bambino e la moglie incinta. Vogliamo ristrutturare l’interno un po’ alla volta, è il nostro lavoro. Invece non riesco a prenderne possesso. E paghiamo tre affitti, io e i figli, e anche l’Imu su questa perché risulta seconda casa anche se la prima non ce l’ho, 160 euro al mese”.

L’artigiano albanese prosegue nel suo sfogo: “La Croce Rossa mi ha chiesto di poter tenere dentro i profughi pagandomi l’affitto che dava al proprietario di prima, ma io ho comprato quella casa perché mi serve per andarci ad abitare”. Jorgo Ceka ha presentato un’offerta in busta chiusa di 129.600 euro (un quarto di sconto sul prezzo base, cui va aggiunto il 20% per le spese) per l’edificio, una casa colonica di grosse dimensioni. Di fronte all’offerta l’avvocato Adele Ceccarelli, che tutelava il creditore del vecchio proprietario, si è dichiarato “favorevole all’aggiudicazione”. La cifra è contentua, anche vista la presenza di alcune “difformità urbanistiche” e catastali e la mancanza di certificato di abilitabilità del fabbricato. Quando poi questo arriva, a maggio, grazie a una sanatoria, il muratore albanese è ben contento di prendere casa: trova però la presenza dei profughi, che sette mesi dopo ancora restano lì.

 

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GM