
Cinque famiglie di nomadi dell’etnia Sinti avevano messo in piedi un’organizzazione criminale che aveva permesso loro di realizzare un vero e proprio impero e di costruirsi case di lusso, comprarsi auto e barche. il tutto mentre ufficialmente per il fisco risultavano nullatenenti. A scoprire l’incredibile raggiro è stata l’attività investigativa avviata nel 2016 dal Centro Operativo Dia di Roma, nata per individuare possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nell’hinterland della capitale. Stamattina gli uomini della Dia di Roma e del Gruppo Carabinieri di Ostia, con l’ausilio di quello della Guardia di Finanza hanno messo in atto il provvedimento di sequestro di beni emesso dal Tribunale di Roma – Sezione Misure di Prevenzione – Presidente Guglielmo Muntoni, su proposta del Direttore della Direzione Investigativa Antimafia, Nunzio Antonio Ferla, nei confronti dei capifamiglia Mosè Cavazza, Massimo Fè, Daniele Bacicalupi, Antonio Fusser, Remo Fusser.
Tutti erano completamente sconosciuti al fisco italiano, ma tra Ladispoli e Cerveteri avevano beni per un valore totale che supera i 30 milioni di euro. In particolare possedevano 23 immobili, tra cui 9 ville di lusso con piscina, parchi e campo di calcetto annessi, terreni agricoli, ditte individuali, società, numerosi veicoli e conti correnti.
Ecco le foto del “tesoro” nascosto:
F.B.
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