In questo bollente periodo di tensioni tra Usa e Corea del Nord e i continui test nucleari messi a punto da Kim Jong-un è inevitabile preoccuparsi di come affrontare un eventuale conflitto nucleare. Se da un lato dover pensare a un evento del genere ci fa rabbrividire, dall’altro è meglio essere previdenti e realistici considerato il fatto che, dal 1953, questo è il momento in cui il mondo è più vicino all’apocalisse. Il governo federale americano ha messo online della documentazione utile sul sito ready.gov e le agenzie governative lavorano costantemente per perfezionare lo schema da seguire in caso di minaccia nucleare.
In ogni caso, sono stati divulgati sul web vari consigli per sopravvivere a un attacco nucleare. Scappare dal luogo dell’attacco subito dopo l’esplosione per esempio, è una pessima idea. Secondo gli esperti la cosa migliore sarebbe cercare un posto sicuro in cui rifugiarsi, non per forza un bunker antiatomico, anche infilarsi in un auto può aumentare sensibilmente le probabilità di sopravvivenza. Certo è, che più strati di cemento e mattoni metti tra te e l’apocalisse nucleare, meglio è. Le particelle cadono sui tetti, quindi i piani bassi o il centro di un palazzo, un garage sotterraneo, e i tunnel sotterranei della metropolitana sono decisamente le migliori opzioni.
“Le possibilità di sopravvivenza sono molto più alte di quanto si possa pensare”, spiega un esperto, “la chiave di tutto è evitare la pioggia radioattiva”. L’entità del danno è direttamente proporzionale alla vicinanza al sito dell’esplosione e alla quantità di radiazioni a cui ci si espone. L’unica soluzione per ovviare a questo problema è cercare riparo e rimuovere le particelle radioattive dal corpo. Prima di tutto bisogna togliersi i vestiti e spazzolare via le particelle dai capelli. Una doccia sarebbe ideale, o comunque lavarsi bene – ma con gentilezza – con dell’acqua. Strofinarsi con forza potrebbe creare delle mini lesioni e permetterà alle particelle di andare ancora più in profondità. Da evitare quindi. Dopodiché bisogna solamente aspettare. Le radiazioni in ricaduta in seguito a una bomba atomica diminuiscono in fretta. Come spiega Brooke Buddemeier, esperto degli effetti biologici delle radiazioni nucleari della Lawrence Livermore National Laboratory, nella prima ora la ricaduta radioattiva ha perso metà della sua energia, nel corso di 24 ore è scesa dell’80%. I livelli radioattivi rimarranno elevati per qualche tempo, ma la minaccia di avvelenamento andrà scemando.
Lavinia C.
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