L’emergenza migranti coinvolge ormai non solo l’Italia, ma tutta l’Europa, tanto che nella giornata di oggi l’Unione Europea annuncerà ”un piano d’azione in 10 punti per ridurre i flussi di profughi nel Mediterraneo”. Inoltre, fornirà anche la quantificazione dei nuovi fondi stanziati per la Libia, per la sicurezza delle sue coste e la costruzione di centri di permanenza sul suolo del Paese africano. Intanto, emergono i dettagli del vertice di Parigi, di due giorni fa e dei due no secchi arrivati all’Italia: il primo su un Centro di comando europeo per ricerche e salvataggi in mare, una delle richieste del nostro governo che ha trovato contrarie sia Francia che Germania e il secondo sull’opportunità di usare i porti di Barcellona e Marsiglia per sbarcare i migranti salvati dalle Ong.
Ma attenzione, perché le altre nazioni sono pronte a prendere decisioni forti per difendere i propri confini. L’Austria, per esempio, è pronta a fare controlli di frontiera e a schierare l’esercito al confine con l’Italia se non rallenterà il flusso di migranti dal Mediterraneo. ”Penso che saranno attivati molto presto controlli alla frontiera e che sarà necessario l’aiuto di un dispiegamento dell’esercito. La mossa è indispensabile se non rallenta il flusso dall’Italia”, ha detto il ministro Hans Peter Doskozil all’edizione on line del Kronen Zeitung.
La Commissione europea è pronta anche a richiamare l’Italia sulla gestione del diritto d’asilo, sui tempi dei controlli sul nostro territorio, che secondo diversi Paesi europei hanno forti criticità e ritardi. Al nostro Paese sarà chiesto ancora una volta di registrare i possibili candidati alla partenza con maggiore tempestività. Il presidente francese, Emmanuel Macron, a tal proposito ha ribadito nel suo discorso a Versailles che per fronteggiare l’emergenza migranti bisogna ”accogliere i rifugiati politici che corrono un rischio reale, senza però confonderli con i migranti economici e senza abbandonare la difesa delle nostre frontiere”.
M.O.
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