Padre di una malata terminale accusa i tribunali: “Vogliono uccidere Charlie”

 

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La triste storia di Charlie Guard ha fatto commuovere il mondo intero: sin da quando i genitori hanno scoperto che il figlio soffriva di una grave forma di deplezione mitocondriale, una malattia genetica che comporta il deterioramento degli organi interni, hanno cercato una cura sia in Inghilterra che fuori dai confini nazionali. Da mesi, ormai, i coniugi Guard stanno affrontando una dura battaglia legale (e social) affinché venga riconosciuto loro il diritto di portare il piccolo Charlie in America per tentare una cura sperimentale, ma prima i tribunali inglesi, poi la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo gliel’hanno vietato. Di oggi la notizia che verrà riconosciuta la cittadinanza americana a Charlie, manca dunque solo il permesso di portarlo negli States per un ultimo tentativo di salvargli la vita.

In favore della famiglia Guard si è esposto anche Brett King, padre della piccola Ashya, una bambina che rischiava di morire di tumore al cervello se non fosse stata portata a Praga per una cura sperimentale. L’uomo non comprende la decisione dei tribunali britannici di negare questa possibilità al piccolo Charlie e dice: “i dottori vogliono ucciderlo togliendogli il supporto vitale ed i giudici stanno ad ascoltarli. Non si sarebbero comportati così se si fosse trattato di un loro figlio”.

King è furioso per questa mancanza di empatia, a maggior ragione perché si tratterebbe di un trasporto che non comporterebbe allo stato alcuna spesa: “I Guard hanno raccolto 1,3 milioni di sterline per pagare un jet con un medico a bordo. Non c’è ragione di negargli questa possibilità”. Qualche giorno prima era arrivato ai coniugi Guard il supporto morale di una famiglia italiana che da anni combatte per la ricerca di una cura alla sindorme di deplezione mitocondriale di cui soffre anche il loro bambino. Adesso spetta ai giudici della corte di Londra cambiare idea e permettere a Charlie di giocarsi l’ultima chance per la sua vita.

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F.S.