“Non hai superato il test della verginità”: e lei compie il gesto estremo

(Websource / Daily Mail)

Prima la costrizione a un matrimonio “combinato” con un uomo che non conosceva né amava, poi l’umiliazione di un “test della verginità” voluto solo per metterla in trappola. Rajabbi Khurshed si è tolta la vita a soli 18 anni, sopraffatta dal senso di vergogna e disperazione, ingoiando una dose letale di aceto. Suo marito Zafar Pirov, 24 anni, l’ha usata come un oggetto, anzi peggio, pretendendo di “scaricarla” dopo 40 giorni di matrimonio, appigliandosi pretestuosamente ai risultati dell'”esame” a cui l’aveva sottoposta, al solo scopo di rimpiazzarla con un’altra donna. “Non ce la faceva più”, dicono oggi i suoi genitori, morsi dal senso di colpa.

Succede in Tagikistan, dove questo tipo di “esame pre-nuziale” è previsto dalla legge (il sesso occasionale essendo considerato “socialmente inaccettabile”) e si contano circa 600 cause pendenti in tribunale dal 2014 oggi legate a controversie sulla “verginità”. La ragazza è stata dunque costretta a effettuare un test ufficiale di “purezza” dal consorte, Pirov, il quale due ore dopo aver ricevuto i risultati l’ha cacciata di casa e ha chiesto di annullare le nozze, nonostante la poveretta l’avesse “superato”. Non le credeva per partito preso. E per motivare la sua presa di posizione ha obbligato Kurshed a firmare una dichiarazione nella quale lei stessa ammette, mentendo, che aveva perso la verginità prima del matrimonio. Ora l’uomo, accusato di istigazione al suicidio, rischia 8 anni di carcere.

La madre di Kurshed, Fazila Mirzoeva, residente nel villaggio di Chorbogh, spiega che la giovane non era mai stata fidanzata e, di conseguenza, non aveva mai avuto rapporti sessuali prima del matrimonio. Aveva dedicato la sua giovinezza alla famiglia, smettendo addirittura di andare a scuola per prendersi cura dei due fratelli disabili. Ora Fazila, per restituire almeno onore e dignità alla povera ragazza, chiede aiuto al presidente del Tagikistan, Emomali Rahmon, affinché sul suo caso sia fatta giustizia.

EDS