
Ha portato sua figlia in ospedale perché “piangeva in modo diverso”, senza aver paura di essere giudicato troppo apprensivo e zelante, se non addirittura ridicolo. E invece quella sua scelta “di pancia” le ha salvato la vita. La piccola Megan è infatti finita in coma a sole quattro settimane di vita, e dopo tre giorni i medici hanno emesso la terribile diagnosi: una gravissima forma di sepsi.
Stu Bonsall, reduce da questo “miracolo” assieme a sua moglie Tracy, invita tutti i genitori che si trovassero in condizioni analoghe alle sue a dar retta al proprio istinto, anche a costo di “apparire come un idiota”. Il 45enne “papà eroe” di Burnley, nel Lancashire, professione ingegnere, col senno di poi spiega di aver fatto bene a non farsi troppi scrupoli: “So che tutti i bambini piangono, non sono stupido – dice – . Ma sentivo che c’era qualcosa di diverso. Volevo che mia figlia fosse controllata da un medico. Volevo essere certo che stesse bene, anche a rischio di sembrare un idiota”. “Ho fatto bene a seguire l’stinto – aggiunge – perché nel giro di pochi minuti la bambina è stata trasferita al Manchester Children’s Hospital in gravi condizioni”. “Ora – prosegue – nostra figlia sta bene, grazie al nostro intervento tempestivo e alle cure di uno staff straordinario. Mi raccomando: non abbiate mai timore di andare dal vostro medico o in ospedale, perché non si sa mai…”.
Il fatto risale all’11 giugno 2016, ma solo ora è salito alla ribalta della cronaca. Stu, che ha altri due figli, era tornato dal lavoro quando si è accorto che Megan stava piangendo “come mai aveva fatto prima”. Quando sua moglie Tracy Bonsall, 44 anni, gli ha detto che faceva così da qualche ora, i suoi timori si sono accentuati. Così ha caricato la piccola in macchina e si è diretto al Burnley General Hospital, pur sapendo che molto probabilmente i medici gli avrebbero riso in faccia. E invece la vicenda ha preso un’altra piega. “Ci hanno detto che stava molto male – ricorda – e che l’avrebbero posta in coma indotto. E’ stato terribile. Poi è stato necessario trasferirla al Manchester Children’s Hospital, una struttura più grande. Ho pensato che sarebbe morta prima ancora di arrivare”.
A tutt’oggi i Bonsall non sanno come Megan abbia contratto la malattia, anche se la causa più frequente è un’infezione. “A un certo punto, per via di tutte le medicine che le somministravano, era diventata grossa il doppio – ricorda ancora il papà – . Era terribile vederla così, ma abbiamo continuato a sperare che la situazione migliorasse”. E così è stato, per fortuna. Megan è stata dimessa una settimana dopo l’uscita dal coma, e oggi è una bimba di 12 mesi sana e felice. “La mia iniziativa le ha salvato la vita – conclude Stu – . Non lo dimenticherò mai. E consiglierei a tutti i genitori preoccupati di andare in ospedale. Una visita in più potrebbe salvare la vita ai vostri figli”.
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EDS