La Nord Corea non si ferma più, Trump pronto a reagire

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La Corea del Nord non si ferma: dopo il recente test di una potentissima Bomba H che ha provocato un terremoto artificiale di magnitudo 6.3 nella zona settentrionale del paese, ecco che si profila anche il lancio di un missile balistico intercontinentale, come affermato da Chang Kyung-soo, un funzionario del ministero della Difesa. L’agenzia di stampa ‘Yonhap’ riferisce che la vicina Corea del Sud ha stimato in 50 kilotoni il test nucleare andato a buon fine da parte del bellicoso regime di Kim Jong-un. E Seoul ha risposto al test nucleare con una simulazione di un attacco ad un sito nucleare nemico proprio oggi, come monito nei confronti di Pyongyang. L’esercitazione ha coinvolto degli F-15 oltre a missili balistici “Hyunmoo” che hanno centrato in pieno un bersaglio collocato in mare. Una risposta, questa, giudicata adeguata all’annunciato, recentissimo successo reso pubblico dalla Nord Corea, che ha svolto complessivamente il suo sesto test nucleare dal 2006. Il segretario alla difesa americano, Jim Mattis ha dichiarato che gli Stati Uniti risponderanno a qualsiasi minaccia del Nord con una “azione militare massiccia efficace e straordinaria”.

Minaccia da non sottovalutare

In precedenza, il presidente USA, Donald Trump, aveva minacciato di fermare tutti gli scambi con i paesi che fanno affari con il Nord, avvertimento questo che sembra rivolto soprattutto alla Cina. Trump, interpellato da un giornalista durante un viaggio ufficiale riguardo alle intenzioni di attaccare il regime di Kim Jong-un ha risposto con un laconico: “Vedremo…”. Ma nessuna azione militare statunitense sembra in programma a breve, e l’attenzione immediata pare ricadere semmai sull’attuazione di pesanti sanzioni economiche, che pero fino ad oggi hanno avuto poco effetto. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha indetto una riunione di emergenza su richiesta degli Stati Uniti, che vedrà la partecipazione del Giappone, della Francia, della Gran Bretagna e della Corea del Sud. Si tratta della seconda seduta urgente dell’organismo in meno di una settimana in relazione ai test militari di Pyongyang. Membri del Congresso degli Stati Uniti hanno espresso grande preoccupazione, sottolineando il rafforzamento delle difese missilistiche da parte di Washington. I leader di Russia, Cina ed Europa hanno a loro volta condannato l’atteggiamento della Corea del Nord.

Gli USA: “Non vogliamo un conflitto ma…”

Mattis ha affermato che gli USA non vogliono il “totale annientamento, ma che dispone di molte opzioni per fare ciò”. L’amministrazione ha sottolineato di preferire a percorrere le soluzioni diplomatiche, essendo conscia dell’enorme spesa che un eventuale conflitto con la Corea del Nord comporterebbe. Ma la decisione di mandare proprio una figura come Mattis a diffondere una dichiarazione pubblica sembra suggerire che la crisi in corso sia destinata a peggiorare. La portata dell’arsenale nucleare a disposizione di Kim Jon-un non era ancora del tutto chiaro, fino ad oggi. L’agenzia meteorologica ufficiale della Corea del Sud ha detto che il terremoto artificiale causato dall’esplosione di qualche giorno fa era di circa sei volte più forte dei sismi artificiali generati dai precedenti cinque test del Nord. E la televisione statale della stessa Corea del Nord ha trasmesso un bollettino speciale per annunciare il successo del tutto, affermando ha detto che Kim ha partecipato ad una riunione del suo partito e ha firmato l’ordine di andare avanti.

Trump risponde: “Se le cose stanno così…”

La Corea del Nord ha portato avanti un programma che include la prova effettuata lo scorso luglio di due missili ICBM che si ritiene siano in grado di raggiungere gli Stati Uniti continentali, e sui quali è possibile montare delle testate nucleari. La spinta accelerata della Corea del Nord per mettere in campo un’arma nucleare potenzialmente in grado di devastare il territorio americano sta creando complicazioni politiche per Washington nell’impegno decennale per scoraggiare l’attacco nucleare sulla Corea del Sud ed il Giappone. Trump non ha certo contribuito a distendere il clima, scrivendo su Twitter che “…la Corea del Nord capisce soltanto un linguaggio”, lasciando presagire che potrebbe rendersi necessario l’utilizzo di forze militari.

S.L.

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