
Fanno venire i brividi le parole della giovane ragazza polacca violentata sulla spiaggia di Miramare di Rimini dal branco composto da quattro stranieri di cui tre minorenni. La sua ricostruzione dei fatti trasmette tutto l’orrore vissuto in quegli interminabili minuti. “Where are you from?” così è iniziato l’incubo in un inglese stentato. “From Poland” ha risposto il fidanzato della ragazza. I due si trovavano su un asciugamano in spiaggia, l’uomo che si è avvicinato a loro era in piedi di fronte a loro. Poi subito l’ordine di consegnare portafogli e telefonini. Nella deposizione della ragazza si legge poi l’inizio dell’incubo: “Repentinamente venivamo aggrediti dall’uomo che avevamo di fronte che subito colpiva il mi ofidanzato al volto facendolo cadere a terra mentre dall’oscurità si materializzavano davanti a me prima due persone poi un terzo che mi immobilizzavano, buttandomi a terra, poggiandomi di schiena sulla sabbia e colpendomi con più colpi al volto, alla testa e sul corpo”.
E poi ancora: “Mi tenevano per la gola quasi da strozzarmi, facendomi rimanere senza respiro”. Poi la violenza sessuale vera e propria, “interminabile, durata più di venti minuti. Mi dicevano in inglese ‘I kill you’ e sentivo che il mio compagno veniva picchiato brutalmente”. “Stremata, senza poter in nessun modo reagire neppure urlando, senza forze ed impaurita, ma cosciente” veniva trascinata in acqua e poi ancora sulla spiaggia dove veniva ancora immobilizzata e nuovamente violentata”.
Terribile poi anche la testimonianza della prostituta trans che è andata incontro allo stesso destino della turista polacca: “Venivo avvicinata da quattro ragazzi – è il racconto della vittima – sicuramente non italiani, due dei quali neri e due bianchi. Uno dei due ragazzi bianchi mi strappava la borsetta, mentre uno dei ragazzi neri mi ha preso per i capelli trascinandomi con forza oltre via Flaminia, dove vi erano dei cespugli rigogliosi. Io cercavo di oppormi ad entrare nel cespuglio, ma uno dei giovani mi colpiva alla testa con una bottigliata mentre un secondo mi sferrava un violento pugno allo zigomo sinistro. Continuavo ad oppormi ad entrare nel cespuglio ma mentre uno mi minacciava puntandomi il collo della bottiglia alla gola, l’altro, sempre tirandomi, mi trascinava nel cespuglio, oltrepassandolo”. Poi la terribile violenza subita e quel dettaglio fondamentale per le indagini: “Nelle parti intime degli aggressori vi era sabbia, come se fossero stati reduci da una giornata in spiaggia”.
F.B.