Massacra la ex con 63 coltellate: fra un anno sarà libero

Roberta Vanin
Roberta Vanin (Websource/archivio)

Roberta Vanin era titolare di un’erboristeria nel centro di Mestre ed è proprio nel suo negozio che il suo ex, Andrea Donaglio, la uccise brutalmente con 63 coltellate il 6 luglio del 2010. Lui non accettava che lei lo avesse lasciato e che frequentasse un altro uomo e in cinque minuti, all’ora di pranzo, sfogò tutta la sua rabbia e frustrazione contro la povera Roberta. Dopo averla lasciata in un lago di sangue provò ad usare il coltello contro di sè, ma non riuscì ad uccidersi. La Procura di Venezia chiese 30 anni di reclusione, ma Donaglio se la cavò incredibilmente con la condanna confermata anche in Appello a soli 16 anni di reclusione. La cosa ancora più incredibile è che tra poco meno di un anno l’assassino di Roberta potrebbe godere di alcuni privilegi e benefici legati alla buona condotta ed uscire, forse solo parzialmente, dal carcere Due Palazzi di Padova.

All’epoca della condanna di Donaglio, la madre della vittima si era già mostrata infuriata per le decisioni dei giudici e già allora era consapevole che l’assassino di sua figlia sarebbe rimasto ben poco dietro alle sbarre: “In quell’aula non sapevo cosa dire. Non mi sento più di dire nulla, ho perso fiducia in questa giustizia. Avesse fatto qualcosa, Roberta, allora capirei. Ma lei era troppo buona, non avrebbe mai fatto male a nessuno. Invece si è presa 63 coltellate e chi l’ha scannata sarà fuori tra pochi anni. La mano perforata dalla lama, il suo corpo scannato, i fendenti sul fegato e i polmoni – descrive – 63 colpi e solo 16 anni. Più passa il tempo, più è difficile accettare tutto questo, la tragedia e la sentenza. Passo le notti in bianco e piango perché so che nessuno mi restituirà più mia figlia”.

F.B.