Rimane incinta e lascia l’Italia: “Qui non avrei trovato lavoro”

 

(Websource/archivio)

La situazione lavorativa, nonostante le rassicurazioni di Padoan, attuale offre prospettive scoraggianti a quei giovani che si affacciano al mondo del lavoro. La prospettiva da scoraggiante diventa tetra quando a cercare lavoro è una giovane donna che ha da poco scoperto di essere rimasta incinta, questo perché nell’industria del lavoro (almeno quella italiana) la maternità è vista come un peso, un elemento sfavorevole e dequalificante per un candidato.

La storia di Elena, futura madre ventottenne, parte con questi presupposti: alla soglia dei trent’anni la ragazza è ancora alla ricerca di un lavoro adatto alle sue esigenze, e proprio mentre manda curriculum in giro per l’Italia per trovarlo, scopre di essere rimasta incinta. La notizia inizialmente l’ha gettata nello sconforto, consapevole che la nuova condizione sarebbe stata un ulteriore impedimento al conseguimento del suo obbiettivo. Lei, però, a quella gravidanza non voleva rinunciare: “Poco dopo aver deciso di lasciare un lavoro che non mi soddisfaceva per cercare e aspettare qualcosa di più ‘adatto’ a me, ho scoperto di aspettare un bambino. A 28 anni non si è troppo giovani o ingenui per avere un figlio, io credo che sia un’età ‘giusta’”.

Lo smarrimento provato in un primo momento è stato superato nel giro di pochi giorni grazie alla consapevolezza che un figlio può crescere nel migliore dei modi solo se i suoi genitori si sentono realizzati. Quindi la ricerca di un lavoro si è fatta più intensa e dopo un paio di mesi ecco che la sua perseveranza è stata premiata: “Ho continuato a studiare per migliorarmi e cercare. E oggi, al quinto mese di gravidanza, ho avuto la conferma che quel posto di account manager è mio, nonostante il bambino in arrivo”. Il successo ha riempito di entusiasmo questa giovane donna che adesso può guardare al futuro con rinnovata speranza anche se dovrà farlo da una nazione diversa, come confessato al ‘Sole24ore’: “Ovviamente questo posto non è in Italia, ma in un altro Paese, ma questa è un’altra storia…”.

F.S.