L’inferno del ‘Cardarelli’: “Guasti, assenze e proposte hot”

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(Websouyrce/archivio)

Un paziente di 38 anni ricoverato all’ospedale ‘Cardarelli di Napoli parla di quanto osservato durante il suo lungo periodo di degenza e dice che la colpa dei frequenti casi di malasanità riscontrati non è da imputare al personale medico “che anzi, si fa in quattro per il bene di noi malati. Loro purtroppo sono costretti a lavorare in un vero e proprio inferno, ed in cento giorni la mia è molto più che una semplice constatazione”. La diagnosi per questa persona è stata definita solo ‘probabile’, non vi è nulla di certo sulla malattia che lo affligge e che da oltre tre mesi lo costringe al ricovero. In Campania ci sono appena 14 ambulanze in media ogni 3500 pazienti, ed in alcuni casi le analisi cliniche possono richiedere anche 3 giorni, ai quali va aggiunto ulteriore tempo per verificarne i riscontri. Tutto tempo prezioso che viene sprecato dalla scarsità di risorse a disposizione. L’uomo fa sapere di essere stato ricoverato lo scorso luglio per una grave patologia alle gambe, giudicata molto rara. Tra le sue sfortune c’è stata quella di finire in ospedale a ridosso delle vacanze. Per effettuare una biopsia è stato necessario aspettare ben due settimane: “Dall’8 al 22 agosto le sale operatorie erano rimaste chiuse per ferie, per poi restare aperte fino alle 13:00. Un pò di fortuna però l’ho avuta, con una dottoressa che ha seguito il mio caso e che la biopsia me l’ha fatta appena c’è stata la disponibilità”.

La colpa non è del personale medico

L’intervistato ribadisce ancora una volta comunque di aver conosciuto ottimi professionisti costretti loro malgrado a dover fare i conti con una situazione lavorativa assurda: “Mancano pure i termometri, e spesso sono stati gli stessi infermieri e dottori ad averli comprati di tasca loro. Questo perché alcuni pazienti o famigliari li rubano, così come sottraggono cuscini, pannolini ed altro. Spesso siamo proprio noi pazienti a creare delle difficoltà: non sono stati rari i casi di inciviltà da parte di chi è stato ricoverato o dei suoi parenti. Molti di loro non si rendono conto che pure il personale è carente in termini numerici. Ci sono solamente 3 infermieri ogni 30 pazienti ed addirittura un solo operatore socio-sanitario. E questo perché la direzione ritiene non necessario dover assumere altri professionisti. Poi ho anche visto malati abbandonati dai propri parenti: un mio vicino di stanza è morto per la malinconia e non perché fosse malato, dopo essere stato lasciato qui in ospedale dai suoi figli”. Ma non finisce qui: “Ho visto anche finti medici, venditori di calzini, commercianti di santini e rosari e pure uno che vendeva sigarette di contrabbando. E c’è soltanto una guardia giurata a presiedere l’ordine. Mentre i soliti parenti ed amici non rispettano gli orari di visita e pretendono di stare accanto ai propri cari a qualsiasi ora del giorno e della notte. Ed aggiungiamo pure che mi hanno fatto anche una richiesta a luci rosse. Infatti alcune infermiere private e badanti sono disponibili a particolari ‘lavaggi del corpo’ al prezzo anche di soli 10 euro. Non è stato raro vedere questa gente allontanarsi con i pazienti e fare ritorno dopo poco, per andare subito a caccia di altre persone disposte a pagare per questi favori sessuali”.

Un vero inferno

La lista delle negatività riscontrate al ‘Cardarelli’ non ha fine: “C’è un solo bagno per 10 stanze, e la capienza minima di ognuna è di due pazienti. Ma non mancano altri degenti ricoverati nei corridoi, su delle barelle o su altri alloggi di fortuna. Poi quando avvengono dei guasti, i disagi aumentano: a fine luglio ad esempio si ruppe un macchinario per la risonanza, e si era reso necessario aspettare diversi giorni. Ho fatto dei conti – dice l’anonimo paziente – sui miei 100 giorni ed oltre di ricovero almeno 35 li ho passati ad attendere. Ma ci tengo a ribadire che la maggior parte dei medici e del personale sanitario qui è bravissimo e competente, e che loro non hanno colpe. La verità è che la dirigenza del ‘Cardarelli’ non si importa di nulla e così questo infermo non ha fine”. Sempre l’ospedale ‘Cardarelli’ era finito al centro delle polemiche per la presenza di un paziente defunto sistemato su di una barella.

S.L.