
“The Gentle Art of Swedish Death Cleaning”, ovvero “la gentile arte svedese della pulizia della morte”: così si intitola un libro che, pur non essendo stato ancora pubblicato (uscirà il prossimo gennaio) in Svezia – e non solo – è già diventato un nuovo “caso” letterario e sociale. L’autrice, Margareta Magnusson, non fa che mettere insieme un serie di consigli per ottimizzare l’operazione di congedo dal mondo e facilitare la vita agi eredi. Il titolo suona un po’ macabro, ma l’intenzione di Magnusson è di tutt’altro segno. La sua opera vuole essere un utile “guida”, di impronta assolutamente pratica, per passare a miglior vita nel modo più semplice e agevole possibile, per sé e per gli altri.
Non a caso Magnusson, un’artista svedese che ha vissuto ed esposto le sue opere ovunque, da Hong Kong a Singapore, e ha un’età, per usare le sue parole “compresa tra gli 80 e i 100 anni”, ha deciso di incentrare questo che è il suo primo libro sul tema del riordino e dell’organizzazione della casa. O, in altre parole, sull’importanza di mettere tutto a posto prima di andarsene nell’aldilà così che chi resta ed eredita si trovi avvantaggiato, con il grosso del lavoro già fatto. “Onestamente, non sono ancora sicura che la sua intenzione non sia invece quella di portare un po’ di divertimento e ironia nelle pubblicazioni di manuali di auto-aiuto”, ha commentato Shana Lebowitz nella sua recensione-anticipazione su Business Insider. Chissà. Sta di fatto che Magnusson propone una serie di step e misure per eliminare il disordine, riorganizzare gli spazi e ridurre l’incredibile quantità di oggetti, documenti e così via che si ha in casa, spesso senza neppure rendersene conto: un chiaro invito al minimalismo, al distacco consapevole dalle tante cose materiali che fanno “esplodere” (ipse dixit) le nostre case. Il tutto in 128 pagine di piacevolissima lettura.
Qualche esempio? Si va dall’elenco delle cose che si possono dare via, regalare o vendere (doni non graditi, piatti mai utilizzati, vestiti improponibili) e di quelle che invece possono restare come parte dell’eredità, perché raccontano momenti ed esperienze importanti (fotografie, lettere d’amore, progetti artistici…) a quelle da eliminare tout court (scatti osceni, pagine del diario che sarebbe imbarazzante se qualcuno, specie i propri figli, scoprisse). Secondo l’autrice il libro è perfetto per ogni età: la “pulizia” può essere intrapresa anche da chi non è proprio decrepito… L’età giusta per cominciare a pensare questa “gentile arte”, comunque, a suo dire è 65 anni o giù di lì. Anche perché rappresenta, volendo, un utile strumento di riflessione su un tabù – la morte, appunto – che spesso si evita di considerare, mentre andrebbe visto come un appuntamento naturale e, in quanto tale, tutto da pianificare. Correndo su due piani paralleli, perché disfarsi delle cose materiali e del superfluo pensando a cosa è veramente importante è l’altra faccia del prepararsi a lasciare il proprio corpo, quando sarà il momento, con serenità e leggerezza.
EDS