
Il delitto di Arce, la località in provincia di Frosinone in cui venne ritrovata uccisa la giovane Serena Mollicone, continua a restare insoluto, a ben 16 anni di distanza. Adesso però spunta un nuovo colpo di scena, rappresentato da una perizia svolta sul corpo della povera ragazza e che mostra una ferita al cranio che sarebbe compatibile con un segno individuato ai tempi su una porta all’interno della caserma dei carabinieri di Arce. L’analisi è stata effettuata su disposizione della Procura della Repubblica di Cassino, che ha incaricato un apposito consulente. Serena Mollicone fu ritrovata cadavere nel mese di giugno del 2001 in una zona del bosco dell’Anitrella. Allora aveva 18 anni, e per il suo omicidio sono stati iscritti nel registro degli indagati l’allora maresciallo de carabinieri che presiedeva la stazione di Arce, Franco Mottola, sua moglie e suo figlio.
Serena Mollicone, è solo l’ultimo di una serie di colpi di scena
In passato numerose indagini erano state condotte anche dal reparto della polizia scientifica dei Ris di Parma: proprio loro erano stati i primi ad accorgersi di un segno insolito nell’arredamento della caserma, dove in alcuni alloggi avevano la loro dimora anche i componenti della famiglia Mottola. L’idea è che Serena Mollicone si sia procurata la lesione alla testa sbattendo con violenza contro la porta. Una ipotesi questa ritenuta fattibile ma da non poter essere considerata certa, data la mancanza di ulteriori prove. I resti della sfortunata ragazza, che oggi avrebbe 34 anni, si trovano a Milano per la conduzione di ulteriori indagini. Nei mesi scorsi era emerso un nuovo colpo di scena per il quale, in base alle dichiarazioni di un brigadiere poi morto suicida, la ragazza sarebbe entrata viva nella tanto discussa caserma dei carabinieri, per poi uscirne morta. Il suo ingresso era stato registrato con la firma di ingresso alla quale sono tenuti a sottostare tutti gli individui che accedono ad una struttura militare.
S.L.