
Anthony Clark, 35 anni, e Catherine Davies, 25 anni, sono accusati di aver ucciso il figlio, facendolo morire di fame e disidratato. Quindi lo hanno seppellito nudo in una scatola di scarpe in una tomba poco profonda. Nel processo si è peraltro appreso che Catherine Davies teneva un diario sulla sua gravidanza in cui diceva “la gravidanza mi sta facendo male” e si lamentava di come la “mostruosità” la facesse sentire “grassa”. La coppia era di Bolton e il piccolo venne alla luce il 23 agosto 2016. Si ritiene che sia morto circa quattro giorni dopo. I due genitori lo hanno messo nella scatola, che hanno avvolto con un nastro adesivo, prima di seppellirlo al Cimitero di Heaton.
Le autorità competenti non sono mai state informate dell’esistenza o della morte del bambino. I genitori negano di averlo ucciso, mentre Anthony Clark ammette solo di averne omesso la nascita a chi di dovere. Stando a quanto emerso dal processo, i genitori avrebbero “dato priorità” ai loro bisogni rispetto a quello del loro bambino e gli comprarono, in quei pochi giorni, né vestiti né cibo. La coppia ha anche un altro figlio, che dopo quanto accaduto è stato tolto loro. Durante la breve vita del bambino, la coppia ha lasciato il suo indirizzo una sola volta, il 24 agosto. Il marito è uscito per recarsi al Centro per l’impiego per ottenere dei benefici, poi entrambi si sono diretti al supermercato Morrisons dove hanno comprato cibo e provviste per se stessi, ma niente prodotti per bambini o cibo per il bambino.
La polizia ha appreso dell’esistenza di un figlio solo a settembre, diversi giorni dopo il decesso, quando Davies ha contattato sua madre, Marjorie, chiedendo dei soldi. Quando la polizia si è presentata in casa della coppia, la donna ha negato il parto, spiegando che era la madre a non essere sana di mente e a inventarsi fatti che non esistevano. La polizia ha poi svolto indagini porta a porta e ha parlato con un vicino che ha detto che Catherine Davies gli aveva detto che era incinta, ma in seguito ha affermato che si trattava di uno “scherzo”. Anche Anthony Clark, almeno al primo interrogatorio, ha negato la gravidanza della consorte. Successivamente, ha ammesso che il piccolo è nato vivo ed è morto nel sonno. Una tesi che non viene ritenuta credibile dalla pubblica accusa, che ha ricostruito l’intera vicenda. Il processo intanto va avanti. Di casi di neonati morti è purtroppo piena la cronaca, anche in Italia: l’ultimo caso una decina di giorni fa a Venezia, dove un piccolo è stato rinvenuto privo di vita nel centro raccolta di rifiuti di Musile di Piave.
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GM