
Come noto, con la conferma della Cassazione della condanna all’ergastolo comminata in Appello per l’omicidio di Sarah Scazzi alla zia della giovane Cosima Serrano e sua figlia Sabrina Misseri, non si è conclusa la triste vicenda giudiziaria legata al delitto di Avetrana. Infatti, Michele Misseri, in carcere perché condannato a otto anni per occultamento di cadavere, insieme a Ivano Russo e altri dieci imputati, è a processo nel secondo filone dell’inchiesta sul delitto.
C’è poi un terzo filone dell’inchiesta che ha visto ieri il giudice monocratico di Roma comminare due condanne: una a Giovanni Buccolieri, 45 anni, il fioraio di Avetrana che raccontò ai carabinieri del sequestro di Sarah Scazzi e poi ritrattò. L’uomo, infatti, sostenne in un secondo momento che le sue parole erano frutto di un sogno. Spiegò inoltre di essere stato in larga parte suggestionato dal clamore mediatico che si era sviluppato intorno alla vicenda. Buccolieri è stato così condannato a due anni e otto mesi di carcere.
Insieme a lui, è stato condannato a 2 anni anche un altro imputato, Michele Galasso, un amico del fioraio. Questi avrebbe concordato la versione sull’omicidio di Sarah Scazzi da raccontare agli inquirenti insieme a Buccolieri. Le dichiarazioni del fioraio risalgono al 9 aprile 2011, quando questi spiegò ai carabinieri di aver visto il 26 agosto del 2010, poco dopo le 13.20, ad Avetrana, Cosima Serrano “vicino alla sua autovettura Opel Astra grigio-azzurro, rivolgersi alla nipote Sarah che era ferma sul marciapiede, dicendole, con tono minaccioso ‘Moh ha nchianà intra la macchinà’ [Sali subito in macchina]. Nell’occasione, Sarah era molto turbata e con la testa chinata”. Inoltre, il fioraio spiegò di aver notato “all’interno dell’auto della Serrano una sagoma di altra persona di sesso femminile con capelli legati all’indietro che si abbassava, mentre Sarah entrava in auto dallo sportello posteriore destro”.
GM