
Ieri, a partire dalle 10 di mattina fino alle 23, nell’aula bunker del Tribunale di Firenze si è tenuto l’incidente probatorio in merito allo stupro subito dalle due studentesse americane lo scorso 7 settembre nel capoluogo toscano, nel corso del quale le due giovani statunitensi hanno confermato che i Carabinieri Pietro Costa e Marco Camuffo le hanno violentate dopo averle accompagnata a casa dalla discoteca.
L’incidente probatorio è servito al Gip Mario Profeta per cristallizzare le testimonianza delle due presunte vittime su ciò che è successo il 7 settembre nell’androne del palazzo in cui risiedevano le due studentesse e permettere loro di non ritornare in Italia in caso di processo ai danni dei due Carabinieri.
Gli interrogatori sono durati tutta la giornata: 7 ore quello alla prima ragazza e 5 ore e mezza quello alla seconda. Gli avvocati delle due studentesse, all’uscita dal Tribunale, hanno dichiarato che l’incidente probatorio ha rafforzato le tesi delle due studentesse, che le testimonianze delle loro assistite hanno confermato ogni oltre ragionevole dubbio quanto occorso quella notte e che la loro versione dei fatti non è stata inficiata da alcuna contraddizione nonostante le dure domande a cui sono state sottoposte. Una delle due giovani è persino scoppiata in lacrime quando le hanno chiesto di ricordare la violenza subita e poco dopo è svenuta.
Diversa l’opinione dell’avvocato difensore del carabiniere scelto Pietro Costa (Marco Camuffo non ha presenziato all’incidente probatorio), Giorgio Carta, che ha ribadito la tesi difensiva del suo assistito sostenendo ancora una volta che i rapporti sessuali erano consenzienti. Questo si è anche complimentato con il Gip Mario Profeta per il modo in cui ha condotto l’interrogatorio, quindi ha aggiunto come il suo assistito abbia commentato quanto sentiva solo con brevi frasi, sottolineando che: “Quelle che ha detto sono di chi non ritiene vere le affermazioni delle due studentesse”.
F.S.