
“Un papà presente in ogni momento,un papà perfetto e l’amore che provi per loro è oltre i limiti”, così la moglie Milena parlava di Francesco Citro, 31 anni, barbaramente ucciso davanti casa a Reggiolo, in provincia di Reggio Emilia. Su Facebook, c’è un immagine del giovane papà che coccola i suoi figli piccoli: è del 14 novembre, appena una decina di giorni fa. Un’altra immagine, quella del profilo, mostra la famiglia al completo, con la moglie Milena e i piccoli Chiara di appena due anni e Carmine di sette. Una famiglia felice, quella di Francesco Citro, distrutta da una tragedia che non ha spiegazioni.
Gli inquirenti stanno indagando in queste ore nella vita privata di questo giovane papà, nato a Cariati, nel cosentino, la cui famiglia è originaria di Torre Melissa, in provincia di Crotone, a pochi chilometri da Cutro, la cittadina calabrese da qui era partita l’inchiesta che quasi tre anni fa aveva svelato i rapporti tra ‘ndrangheta e mondo politico e imprenditoriale emiliano. Francesco Citro, però, tutto sembrava tranne che un ragazzo coinvolto in affari illeciti, assicura chi lo conosceva bene. Faceva il camionista, suo padre Carmine gestisce un’impresa edile e vive con la moglie Antonietta Cortese. Il 31enne aveva anche una sorella, che appena una settimana fa lo aveva reso zio.
Ora c’è preoccupazione per quanto accaduto, come conferma il vicino di casa Marian Ionescu: “Un po’ di paura c’è. Non ho mai visto cose del genere e siamo un po’ preoccupati. Ci dispiace molto anche per il ragazzo”. Anche i suoi datori di lavoro dell’azienda “Melli Gaetano e figli” di via Fiocchetti a Codisotto di Luzzara sono allibiti: “Era un nostro autista dal 15 marzo scorso. Possiamo confermare che non abbiamo mai avuto problemi con lui. Faceva il suo dovere, era un buon lavoratore”. Anche i suoi ex datori di lavoro parlano di “un lavoratore corretto, come gli altri, non ci sono stati problemi e la scelta di andarsene è stata sua”.
GM