
Nonostante i tentativi di ripulire la sua immagine, il figlio di Totò Riina continua a far parlare di sé. Salvatore Riina jr, detto Salvuccio, vive in libertà vigilata, lavora a Padova in una coop ed è ospite in un appartamento dell’associazione “Noi famiglie contro l’emarginazione”. A quanto pare però nonostante le misure imposte, ha attirato l’attenzione della squadra Mobile di Venezia e del dirigente dello Sco Vincenzo Nicoli. Una relazione sostiene che il ragazzo ha creato una fitta rete di contatti con pusher e spacciatori. Le indagini sono partite seguendo le mosse di una banda dedicata allo spaccio e alle banconote false, in particolare due tunisini. Uno di questi, Tarek Labidi, è stato visto varcare la soglia del portone di casa di Riina Jr, inghiottire bustine di cocaina e inviare sms allo stesso ragazzo. Inoltre gli incontri sarebbero avvenuti in orari proibiti visto l’obbligo di non uscire dalle 22 alle 7 del mattino. Ma le violazioni sono molteplici. Riina jr avrebbe raccolto oltre trenta contatti per comprare cocaina ed effettuato 279 telefonate ai pusher. Inoltre ha avuto incontri con spacciatori tunisini e organizzato festini da sballo.
La pericolosità sociale di Riina Jr
L’indagine ovviamente sottolinea come il soggetto ha confermato la sua “pericolosità sociale” a tal punto da suggerire un cambiamento delle misure prese nei suoi confronti per “un palese disinteresse nei confronti delle prescrizioni impostegli. Non ha mutato la propria indole e il proprio comportamento con particolare riguardo al mancato rispetto delle leggi e delle norme di civile connivenza, nei confronti delle quali ha dimostrato particolare insofferenza”. Si valuta quindi la possibilità di trasformare la condanna in libertà vigilata o regime di detenzione presso una “casa di lavoro”. Un altro brutto colpo al clan di Corleone dopo la morte del boss Totò Riina e le polemiche nate per l’assenza di funerali. Ma soprattutto l’ennesimo tentativo fallito da Salvatore Riina jr di ripulire la sua immagine dopo aver pubblicato un libro e concesso interviste televisive per riscattare gli otto anni di carcere già scontati in precedenza.