
Lo chiamarono “l’omicidio del Po” poichè avvenuto proprio sugli argini del fiume, nella zona golenale di Garofolo in provincia di Rovigo. Era il 26 Maggio del 2016, quando Salvatore Ciammaichella, maresciallo dei carabinieri in servizio alla stazione di Cento, uccise un uomo, Antonio Piombo, 66enne barista, con due colpi di pistola. Con lui era presente la compagna del carabiniere, Monia Desole.
I due, dal racconto dell’omicida, erano in auto quando vennero spinti da un folle desiderio, fino ad appartarsi sulle rive del Po. Ad un tratto la donna si accorse della presenza di un uomo fuori dalla vettura e da li il caos. Racconta Ciammaichella, che prima ha provato a far andare via Piombo, intimandolo con parole e provando a sfruttare il suo status di Maresciallo, poi estraendo l’arma da fuoco. Nulla. Secondo Ciammaichella, Antonio Piombo chiedeva di stare con loro, anche pagando. Poi i colpi, due per l’esattezza, uno al torace ed uno in fronte che tolsero la vita al presunto maniaco. Il Maresciallo ha sempre affermato che non voleva sparare e che i colpi sono partiti accidentalmente perchè la pistola non aveva la sicura. Poi il tentativo di fuorviare le future indagini con lo spostamento dell’autovettura della vittima, mentre il corpo lasciato sul luogo del delitto, in modo da far pensare ad un omicidio per furto. Alla fine però, la verità emerse, anche grazie ad immagini video delle telecamere di sicurezza dell’autostrada percorsa per la fuga. L’accusa fu di omicidio aggravato, utilizzo indebito di bancomat rubato e per Salvatore anche di detenzione abusiva dell’arma.
Oggi, a ben 18 mesi di distanza dall’accaduto, Salvatore Ciammaichella e Monia Desole, sono stati condannati dal giudice per le udienze preliminari Pietro Mondaini con giudizio abbreviato per omicidio volontario, rapina e come già detto in precedenza, uso indebito di carte di credito, rispettivamente a 20 e 18 anni di reclusione. Un terzo di riduzione già effettuato per il rito scelto. Non solo. Altri 2 anni e 8 mesi a testa per aver spesso lasciato la figlia allora di soli 8 anni, sola in auto, mentre si recavano a giocare alle macchinette, per vizio conclamato, alla Vlt “Atlantic City” di Occhiobello. Mentre la violazione della legge sulle armi, è costata ulteriori 4 mesi all’ormai ex maresciallo, ovviamente sospeso dal servizio. Una provvisionale di 160mila euro invece, è stata riconosciuta al fratello della vittima, Agostino Piombo, costituitosi parte civile e coinquilino di Antonio fino al momento dell’omicidio.
GVR