
“Non respira più, aiutatemi”. Daveanah Cowie, mamma di ben cinque figli, si è presentata all’ospedale di Derby per far assistere con urgenza suo figlio Tommy Lee, nato da appena due mesi. Era atterrita viste la mancanza di respiro del piccolo in fasce. Poi il terrore della morte imminente di Tommy Lee e la richiesta di poter essere subito visitato. Invece, la risposta dell’inserviente ha fatto solamente cadere la giovane mamma nello sconforto: “Deve aspettare il suo turno, come tutti gli altri”, totalmente incurante della gravità di salute del piccolo aveva rincarato la dose dandole un modulo da compilare e firmare. Daveanah, agitata e piena di rabbia, ha così deciso di trovarsi da sola un medico correndo tra le corsie del nosocomio, fino a quando un dottore che ha capito la gravità della situazione, ha rianimato il neonato collegandolo ad un macchinario di supporto vitale. Il pargoletto sarebbe morto senza quell’atto d’amore della sua mamma. Tommy Lee è ricoverato dal 27 novembre, insieme al fratello gemello Arlow Jack. Entrambi sono stati colpiti da bronchite.
Si ritiene indignata la vent’enne di Alvaston (GB). La mancanza di rispetto avuta dagli infermieri di turno e la poca preparazione in casi di massima urgenza, l’hanno lasciata senza parole se non quelle per consigliare alla struttura ospedaliera di addestrare in maniera più accurata i suoi dipendenti. E afferma: “Ero in preda al panico, mio figlio non respirava e loro, invece di cercare immediatamente un dottore, hanno voluto che firmassi un modulo e mi hanno detto di sedermi e aspettare il mio turno. Non potevo crederci. L’ho ignorato e mi sono precipitata attraverso le corsie, così ho trovato una dottoressa che gli ha salvato la vita”. Ora Tommy Lee è ricoverato al Queen’s Medical Center di Nottingham e Davehana aspetta con ansia provvedimenti: “Nessuno mi ha chiesto scusa. Mio figlio poteva morire se non avessi agito subito”.
I Gemelli si stanno lentamente riprendendo, spiega la genitrice. Una portavoce del Derby Teaching Hospitals invece, ha fatto sapere di aver avviato un’indagine interna sul presunto incidente. Solo pochi mesi fa un altro caso di malasanità dove le infermiere di un ospedale insultavano i neonati per ricevere like sui social.
GVR