
Ieri sera, la trasmissione televisiva ‘Quarto Grado’ ha trasmesso le immagini dell’interrogatorio di Lucio Marzo, l’assassino reo confesso di Noemi Durini. Dal 13 settembre, il ragazzo è detenuto con l’accusa di omicidio premeditato. Il reato peraltro è aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà e dai utili motivi. “Ho saputo che Noemi Durini volevano togliere di mezzo mio padre”, ha raccontato Lucio Marzo ai pm. Ma nella stessa trasmissione è stata data notizia che il ragazzo in questi giorni racconta un’altra versione dei fatti.
Infatti, lo scorso tre gennaio, Lucio Marzo ha consegnato a un poliziotto penitenziario, in cui il giovane racconta un’altra verità, ben diversa dalla confessione: “Non ho ucciso Noemi”. Sotto accusa finisce Fausto Nicolì, bollato più volte come “complice” di Noemi Durini, disposto ad aiutarla per far fuori i genitori di Lucio Marzo. L’uomo aveva smentito decisamente, dando la propria versione dei fatti: “Noemi era legata ad Elisabetta, la figlia dell’amica mia. Lei mi voleva bene, mi chiama papà. Tra noi ci sono stati sempre dei rapporti alla luce del sole”. Inoltre Fausto Nicolì ha querelato Lucio e famiglia per calunnia e diffamazione aggravata. A difendere Fausto Nicolì ci ha pensato anche Umberto Durini, papà della ragazza uccisa.
Ma adesso Lucio Marzo sostiene che sarebbe stato lui l’uomo alla guida della misteriosa Seat Ibiza vista quella sera seguire l’auto guidata dal ragazzo. Lucio Marzo quella sera era con Noemi a Castrignano del Capo, in provincia di Lecce. Qui la ragazza sarebbe stata poi uccisa, ma a sferrare le coltellate sarebbe stato l’amico di Noemi Durini. Questi avrebbe infatti raggiunto i due giovani e avrebbe consegnato alla sedicenne una pistola, con la quale Noemi avrebbe voluto uccidere i genitori del ragazzo. A un certo punto, la sedicenne e Fausto Nicolì avrebbero litigato e l’uomo avrebbe accoltellato Noemi Durini.
L’esito della perizia psichiatrica
Intanto, ora arriva l’esito della perizia psichiatrica. Lo psichiatra Alessandro Zaffarano e la psicologa Maria Grazia Felline, nominati dal gip della Procura dei Minori Ada Colluto, riconoscono al ragazzo la capacità di intendere e di volere. Inoltre, Lucio Marzo, in base agli esiti della perizia sarebbe in grado di partecipare al processo.
Il Procuratore Capo della Procura dei Minori Maria Cristina Rizzo ha commentato: “Gli esiti dell’elaborato confermano le nostre iniziali impressioni quando abbiamo sentito il giovane insieme al pm Anna Carbonara e alla collega della Procura ordinaria Donatina Buffelli. Abbiamo sempre avuto sempre la sensazione di trovarci davanti ad una persona che comprendeva le domande e che rispondeva in maniera estremamente lucida e chiara. Rappresentava dei fatti in maniera logica”.
GM