Alzheimer, fallisce un’altra speranza. I ricercatori non si arrendono

Alzheimer
(SEBASTIEN BOZON/AFP/Getty Images)

L’Alzheimer è una malattia che coinvolge esponenzialmente, di anno in anno, sempre più anziani e che nel 2030, secondo quanto riporta il documento “L’impatto globale della demenza 2013-2050”, stilato in occasione del G8 del dicembre 2013, potrebbe raggiungere i 76 milioni di casi. In Italia, i malati di Alzheimer sono 600mila. Qualche tempo fa, aveva dato una speranza un esperimento pionieristico condotto sui topi all’Imperial College di Londra anche grazie ai finanziamenti dello European Research Council. Secondo quanto evidenziato, la terapia genica può fermare la malattia, prevenendo la formazione di pericolose placche nel cervello e preservando le funzioni cognitive.

Purtroppo ora arriva però un’altra doccia fredda sul fronte della ricerca: non hanno portato ai risultati sperati le prove di fase 3 della idalopirdina. Si tratta di un farmaco che era considerato promettente contro l’Alzheimer. Invece, i test clinici non hanno raggiunto i risultati sperati, anzi è avvenuto il contrario. I risultati dei test clinici sono stati pubblicati dalla rivista Jama, che in un editoriale invita a non gettare la spugna, puntando su diagnosi precoce e prevenzione. Nell’editoriale pubblicato dalla rivista, David Bennett, direttore del Rush University’s Alzheimer’s Disease Center di Chicago, sottolinea come siano ormai oltre 400 i test clinici per provare a curare la malattia che però non hanno avuto risultati positivi. Anche per tali ragioni, sono sempre di meno le industrie farmaceutiche che rinunciano alla ricerca per curare l’Alzheimer.

GM