
Era un adolescente normale Valerio Frija, studente al liceo linguistico Machiavelli di piazza Indipendenza, a Roma. Niente lasciava presagire un estremo tentativo di togliersi la vita e infatti i suoi cari, i genitori Alessandro e Emiliana, impiegato amministrativo alla Sapienza di Roma il primo e dipendente del Ministero dell’Interno la seconda e il fratello maggiore Emanuele, non hanno dubbi: “Valerio non si è ucciso”. I suoi resti sono stati rinvenuti sui binari della stazione a Labico, alle porte di Roma. Era stata la madre, su Facebook, a lanciare l’allarme: “Abbiamo trovato i resti del suo cellulare sui binari. Dobbiamo aspettare l’esame del Dna, ma abbiamo trovato resti del suo cellulare sui binari”.
Mamma Emiliana, poco fa, ha scritto su Facebook un altro messaggio agghiacciante: “Mio figlio Emanuele ha trovato pure il cellulare con la scheda, un pezzo di mascella con i denti e un pezzo di cranio accanto ai binari”. A trovare il corpo di Valerio Frija, sono stati i macchinisti dell’Intercity diretto a Bari, che hanno sentito qualcosa impattare contro il convoglio. Ora sono finiti nei guai, indagati per omicidio colposo. In questi casi è la prassi e potrebbe trattarsi di un atto di garanzia. Non è comunque da escludersi, al momento, che il treno stesse viaggiando oltre il limite di velocità previsto per il transito nelle stazioni. Comunque, tutti i rilievi fanno pensare a una disgrazia: Valerio Frija, in base agli accertamenti, stava camminando tra due binari e sembra che stesse messaggiando con alcune persone. Tra queste, la sua fidanzata e una ragazza di Como, con la quale parlava di droghe leggere.
L’ultima storia su Instagram
Su Instagram, Valerio Frija aveva pubblicato una storia, nella quale commentava una foto di 4 canne e diceva “Almeno ho loro”. Quindi la frase inquietante “E’ stato bello, alla prossima”. Ma il fratello Emanuele chiarisce la questione droghe leggere: “Mi sono informato io in prima persona se ci fosse stato un problema di mancato pagamento delle canne, non è così, mio fratello con la droga non c’entra nulla. Secondo noi è stato un incidente, molto probabilmente è scivolato sulla banchina oppure è stato spinto da qualche malintenzionato”. La madre Emilia, intanto, non si rassegna e su Facebook dedica a Valerio queste parole: “Lui era tutto per me: colui che mi amava, mi ascoltava, mi capiva, mi difendeva… Mi aggiustava il pc, il telefono il tablet, mi comprava le cose su internet e mi prestava i soldi a fine mese, non era semplicemente un figlio era un amico, confidente, a volte un padre. Amore mio come vivrò senza di te?”.
GM