I 5 Stelle sono ancora al governo ma Gianluigi Parahone non voterà la fiducia e spiega anche i motivi. Una scelta che lo allontana dal Movimento.
Gianluigi Paragone ha cambiato idea, un’altra volta. Non si dimetterà dai banchi del Senato, rimanendo orgogliodsamente nei 5 Stelle. Ma al tempo stesso ha deciso che non può votare la fiducia al nuovo governo. E questo nonostante lui rappresenti una parte importante della maggioranza.
Un passato da leghista, anche come direttore de ‘La Padania’. Un presente da pentastellato fino ad oggi senza nesun dubbio. Il futuro? Per Gianluigi Paragone è tutto da scrivere, ma la sua posizione rischia di metterlo in grossa difficoltà. Se dovesse mantenere la parola, e non ci sono motivi per dubitarlo, di fatto uscirà da solo dal Movimento anche se lui non se ne andrà. Al massimo ptrebbe fare come altri colleghi che sono passati nel Gruppo Misto.
Intqanto qualcuno ricorda che quando spuntarono le prime ipotesi di intesa 5S-Pd aveva bollato come “traditori assoluti” gli esonenti piddini. E faceva ironia sui colleghi pentastellati pronti “a mettersi in fila per tre e rispondere sempre sì al fianco del Pd”. Il partito di Maria Elena Boschi, membro del partito che lui stesso aveva definito “il male peggiore per l’Italia”. Su quello evidantemente non ha cambiato idea, perché il suo no al Conte-bis risuona chiaro.
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Gianluigi Paragone critico con l’alleanza e con il ministro Gualtieri
Paragone lo ha ribadito nelle ultime ore, intervistato dall’AdnKronos: “La fiducia a questo governo non la darò. Resto della mia idea, il mio sarà un no politico. Rispetto la decisione di chi ha votato su Rousseau, quello è il mio popolo e io sono un vero populista. Sarò il meno duro possibile ma non posso votare la fiducia. Il mio sì non c’è, vedrò come fare per essere coerente con quello che penso e con quello che la base del M5S ha deciso».
Poi l’attacco alla nuova squadra di governo, in particolare al neo ministro dell’Economia: “Il ministro che mi piace di meno di questo governo? Sicuramente Roberto Gualtieri, che è uno dei custodi della liturgia europeista. E siccome io non sono uno stretto osservante di questa liturgia, dirò no alla fiducia al Conte-bis».
C’è un video che circola con Gualtieri che suona ‘Bella ciao‘: “Il Bella ciao che più mi piace è quello cantato dalla banda della serie tv La casa di carta. Quello è un canto ribelle, che è contro il Bella Ciao retorico e falso di Gualtieri…”, ha concluso Paragone.