Mondiali di ciclismo: sorpresa Pedersen, Matteo Trentin porta a casa un argento che sa di beffa per come ha corso l’Italia tutto il giorno.
Mondiali di ciclismo: sorpresa Mads Pedersen, perché quest’anno non aveva ancoira vinto una corsa e ha trovato il giorno giusto per sbloccarsi. A 24 anni ancora da compiere, succederà a dicembre, è il primo danese a vincere un campionato del Mondo tra i professionisti e cancella la gioia dell’Italia che già pregustava il trionfo di Matteo Trentin.
Solo secondo il trentino di Borgo Valsugana. Alla vigilia in molti, compreso il ct azzurro Davide Cassani, avrebbero messo la firma per una medaglia del genere. Ma per come è andata la corsa, con una condotta perfetta dell’Italia e il suo capitano pronto per la stoccata finale in mezzo a due come Pedersen e Kung non pronosticati da nessuno, ha il sapore della beffa. Difficile da digerire, ma il ciclismo è anche quetso.
Eppure è stato il Mondiale che tutti immaginavano. Corsa durissima, ad eliminazione anche perché ha piovuto dal primo all’ultimo metro. Gli organizzatori saggiamente hanno tagliato una ventina di chilometri, aggiungendo però due giri del circuito finale attorno a Harrogate che ha fatto la differenza, come era nei programmi.
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Mondiali di ciclismo, la volata finale è uno schiaffo all’Italia
Mondiali di ciclismo, dopo una prima parte con una lunga fuga che ha visto protagonisti anche Primoz Roglic e Nairo Quintana, la corsa è entrata nel vivo sul circuito. Primo eliminato eccellente Philippe Gilbert, vittima di una caduta e costretto al ritoro per un dolore alla gamba. Fuiri dai giochi anche Diego Ulissi per un problema meccaninco, ma l’Italia ha corso da protagonista per tutto il giorno.
L’azione decisiva nel finale. primo lo scatto di Kung e Craddock, su di loro sono arrivati Pedersen, l’olandese Teunissen e Gianni Moscon. A 33 km dalla fine sono usciti anche Van der Poel, il giovane olandese favorito per tutti, e Matteo Trentin alla sua ruota. Davanti così sono rimasti i cinque e tutti hanno capito che le medaglie sarebbero arrivate da loro, perché dietro nessuno aveva più la forza per andarli a prendere.
All’ultimo giro crisi per Van Der Poel, poi Moscon sulla salita finale si è staccato, sfinito. Ma Trentin era messo benissimo anche perché la ruota più veloce era la sua. Ai 200 metri dal traguardo è partito e sembrava fatta, ma si è piantato. E Pedersen, che in precedenza era decisamente più affatcato ne ha approfittato. La tristezza dell’ex campione europeo sul podio è l’immagine più eloquente, ma l’Italia non è mai andata così vicina come oggi negli ultimi 11 anni.