Fallimento Thomas Cook: la drammatica testimonianza di una vittima del crack

Fallimento Thomas Cook: migliaia di dipendenti a casa e centiniaia di migliaia di turisti beffati. Come Lucy, doppiamente punita.

Fallimento Thomas Cook: la drammatica testimonianza di una vittima del crack arriva direttamente dalla Gran Bretagna. Perché Lucy Aydinalp è stata doppiamente beffata dipo il corllo di una società che vantava 178 anni di storia. Era una dipendente, ma anche una delle miglia di turisti rimasti senza viaggio.

Ma andiamo con ordine: Thomas Cook avrebbe dovuto rmetere insieme finanziamenti sufficienti ad arrivare alla cifra di 200 milioni di sterline. Qualche giorno fa invece l’azienda britannica ha comunicato che nonostante tutti gli sforzi l’impresa non era riuscita. “Il board delle compagnia non ha quindi avuto altra scelta che avviare i passi necessari per entrare in bancarotta con effetto immediato”.

L’effetto più evidente è sui lavoratori. Le prime stime parlano di almeno 21mila posti a rischio in 16 Paesi,  9mila dei quali solo in Gran Bretagna. La cinese Fosun Tourism Group, con il pacchetto di maggioranza, ad agosto aveva provato a salvare Thomas Cook immettendo 450 milioni di sterline nella società. Così era arrivata ad una quota del 75% della divisione operativa e al 25% della sua compagnia aerea. Ma non è bastato.

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Fallimento Thomas Cook: la testimomianza di Lucy

Thomas Cook ha doppiamente beffato Lucy Aydinalp. La donna, originaria di Manchester è una delle migliaia di clienti di Thomas Cook che dovrà aspettare 60 giorni per i rimborsi delle vacanze. Così ha perso un viaggio da oltre 4000 euro con i suoi figli. Ma non è tutto perché lei era anche una delle dipendenti dell’azienda.

Il suo dramma l’ha raccontato il quotidiano ‘The Sun’: “Sono attualmente in congedo di maternità e presto non riceverò denaro, una grande preoccupazione per la mia famiglia. Vivere al momento non è facile”. Ma in più ora deve pure aspettare per il rimborso di una vacanza che doveva essere da favola con i suoi figli.

In teoria ci sarebbe un modulo di rimborso elettronico, in prayica non ci sono certezze per nessuno: “Speriamo di pagare i rimborsi entro 60 giorni dalla ricezione di un modulo di rimborso valido. Ulteriori informazioni saranno disponibili sul nostro sito web a partire dal 7 ottobre”, è la comunicazione ufficiale. La società nonostante la crisi inizialmente aveva accettato le prenotazioni prima di annullare dozzine di viaggi dell’ultimo minuto “a causa di una domanda senza precedenti”.