Parigi, il killer dei poliziotti era radicalizzato. La conferma della Procura

Parigi, il killer dei poliziotti era radicalizzato: la conferma è arrivata in questi minuti dalla Procura. Il caso non è trattato come atto terroristico.

Parigi, il killer dei poliziotti era radicalizzato. Una notizia importante, confermata nel pomeriggio di oggi dalla Procura parigina che sta seguendo il caso. Lo ha rivelato in prima persona procuratore transalpino anti-terrorismo, Jean-François Ricard, illustrando gli ultimi sviluppi delle indagini.

Michael Harpon è il funzionario 45enne che ha ucciso due giorni fa tre poliziotti e una funzionaria poliziotti a Parigi. Poi è stato abbattuto e fin da subito sono cominciate a circolare alcune voci, pioi confermate. Da una decina di anni aveva aderito all’Islam, ma adesso spuntano altri particolari confermati dalla Procura.

L’uomo infatti “aderiva a una visione radicale dell’Islam e sono stati rilevati evidenti segni di radicalizzazione”.  Alcuni evidenti, come la giustificazione degli attacchi a Charlie Hebdo nel 2015. O ancora l’approvazione degli abusi commessi in nome della religione islamica e il suo augurio di non avere più certi contatti con le donne e. Inoltre Harpon aveva scambiato 33 messaggi di testo, tutti di carattere religioso, con sua moglie prima degli attacchi ai colleghi.

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Parigi, il killer dei poliziotti era radicalizzato, ma non è terrorismo

In ogni caso è esclusa al momento la pista terroristica, mentre l’inchiesta sposa la pista  del pluriomicidio volontario. Gli investigatori valutano possibili moventi personali, emersi nelle ore successive al’attentrato. In base a varie testimonianze dei colleghi dopo la tragedia, Harpon (che era sordomuto) è risultato una persona che spesso non era preso sul serio sul posto di lavoro.

Ad escludere la pista del terrorismo era stata per prima Sibeth Ndiaye, portavoce del governo francese: “Non solo perché sei musulmano sei anche terrorista. Convertirsi all’Islam non è un segno automatico di radicalizzazione”, aveva ribadito ieri intervistata da France Info. E poij aveva anche aggiunto: “Contrariamente a un certo numero di ‘fake news’ che circolano sui social network, non c’è alcuna indicazione su un’eventuale radicalizzazione”. Alla luce delle rivelazione di oggi però i fatti sembrano essere diversi.

Intanto la vedova di Harpon nei primi interrogatori ha rivelarto che il marito la notte precvedente avrebbe avuto alcune visioni e udito delle voci. Poi aveva anche pronuciato paroe confuse tirando in ballo i colleghi. Anche lei ha comunque confermato che Michael era scontento della sua posizione lavorativa e pensava di non essere riconosciuto come meritava.