Mps, parlano i giudici: “Nessuna banda, nessuna truffa, nessun danno”

I magistrati senesi parlano riguardo ai fatti in cui è coinvolta la Mps. Arriva l’assoluzione per gli ex manager dell’area Finanza e del broker Enigma

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Mps, parlano i giudici: “Nessuna banda, nessuna truffa, nessun danno” (via Getty Images)

Rilasciano finalmente dichairazione i giudici senesi, che lo scorso 16 luglio, avevano emesso la sentenza sulla famigerata (banda del 5%), dichiarandola insesitente. La banda operava nella sezione finanza del Monte Paschi di Siena e al suo desk londinese.

Con la sentenza dei giudici, c’è stata l’assoluzione di Gian Luca Baldassarri e Alessandro Toccafondi. I due erano rispettivamente ex capo area finanza Mps e suo responsabile trading. Insieme a loro sono stati assolti anche Maurizio Fabris, Fabrizio Cerasani e David Ionni, fondatori del broker italo inglese Enigma, prosciolti perchè il fatto non persiste.

A prendere la decisione ci ha pensato Luciano Costantini, presidente del Collegio giudicante. Con un dossier di 40 pagine, ha riassunto il dibattito formatosi in seguito alle accuse di di una presunta associazione a delinquere. Secondo l’accusa, l’associazione era fornata da una decina di persone che avrebbero organizzato una serie di truffe aggravate ai danni della banca.

La pubblica accusa infatti affermava: “Un’imponente attività finanziaria tra le parti finalizzata a determinare un lucro costante e spropositato in favore di Enigma ed in sicuro danno di Bmps“.

Mps – L’assunto dell’accusa e la mancanza di elemento di prova

L’assunto accusatorio consisteva nel fatto, che la neo nata associazione di trading chiamata “Enigma”, compieva le operazioni con il solo scopo di lucrare denaro, recando danni alla banca senese.

Il processo ebbe inizio nel novembre 2017, grazie alla minuziosa ricostruzione dei giudici. Infatti grazie alla ricostruzione dei giudici, salgono a galla alcuni dettagli, sulle oiperazioni criminose dell’associazione, grazie ad alcune intercettazioni telefoniche o ambientali. Proprio le prove ricavate attraverso le intercettazioni, potevano costituire un mezzo decisivo per incrimare l’associazione, ma così non è stato.

Ma secondo le ultime indagini, i giudici adesso affermano: “La ricostruzione operata dal pubblico ministero si è arrestata ad un suggestivo spunto investigativo che si è arrestato a tale stadio preliminare e non si è mai evoluto nella dimostrazione dell’esistenza di un’associazione a delinquere, perché dalle prove utilizzabili per la decisione non si rinviene alcuna traccia degli elementi costitutivi del delitto“.

I giudici si sono anche espsoti sulla posizione di Baldassarri, che aveva ottenuto 8 mesi di custodia cautelare tra carcere e domiciliari, citando Gianluca Sanna, dirigente del settore finanza proprietaria di Bmps. In tribunale Sanna ha: “escluso che Baldassarri, suo diretto superiore sia mai intervenuto direttamente e in prima persona nelle operazioni che hanno coinvolto Enigma“.

L.P.

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